AUGUSTO  TERSENGHI
TOPONOMASTICA  VELITERNA - 1930

 
 

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    Parrocchia di San Salvatore


     

    Parrocchia di San Salvatore (anni '46/'47)

     

PIAZZA S. SALVATORE
Ebbe il titolo balla vicina chiesa, che la fiancheggia, la quale nella spartizione regionale della citta, nel medio evo, dava anche il nome della decarcia, che era la più vasta di tutte le altre, la più popolata, e la prima per importanza, poiché nel suo circuito risiedeva l'autorità cittadina, come accennammo nella descrizione topografica.

PIAZZA PAGNONCELLI
Fu così chiamata modernamente per ricordare il veliterno Dionisio Pagnoncelli, anima liberale ed intraprendente, che tanta parte ebbe nei moti rivoluzionari dei 1798-99, e che pagò con la vita la sua ardente passione per la libertà, essendo stato proditoriamente assassinato a Civita Lavinia dai fanatici di quel paese.
Il Pagnoncelli, siccome negli ultimi anni di sua vita viveva con la sorella Clementina, maritata a Giovanni Tersenghi mio avo, nella casa paterna di nostra proprietà sita in quel posto, cosi si credette opportuno, dare il suo nome alla piazza che prima di tale tempo chiamavasi Piazza della Chierica.
Questo nomignolo dialettale le venne dal fatto che, a quanto credesi, nei primi tempi del cristianesimo fosse radunato, nei pressi della vetustissima Chiesa del Salvatore, il clero veliterno officiante quel tempio; e siccome i sacerdoti hanno la tonsura che in dialetto dicesi chierica, dal latino clericus così il popolo, con una antonomasia involontaria, appellò piazza della chierica il posto dove i preti abitavano, ed il nome si conservò fino ai giorni nostri.

PIAZZA PANOTI
Prese questo nome dall'illustre ed antichissima famiglia Panoti che forse aveva qui la propria abitazione.
I Panoti si trovano registrati fin dal secolo XIV col nome di Panonti, un nomignolo credo, e che poscia, o pel volontà decorosa della famiglia, oppure per altra causa, venne trasformata in Panoti.
Questa famiglia ebbe una parte importante nell'antica storia cittadina, e fornì uomini illustri in giurisprudenza ed in lettere.

VIA SAN SALVATORE
Ebbe la medesima origine della piazza portante lo stesso nome, come dicemmo più sopra.

VIA ANDREA VELLETRANO
Si consacrò con questo nome tale via, or non son molti anni, per ricordare il sommo artista dell'arte pittorica, il veliterno Andrea che viveva nel secolo XIV, del quale si conserva un pregevolissimo trittico nel museo nazionale di Napoli.
La strada chiamavasi prima Via Braconi, nome di un'antica ed illustre famiglia veliterna che ivi abitava nel palazzo, ora trasformato e passato vicendevolmente ad altri proprietari, ma tuttora esistente al civico numero 64.
I Braconi incominciarono a chiamarsi così nel secolo XVI, e fu un certo Annibale il primo ad assumere questo soprannome, poiché credo che tale sia stato, essendo il loro vero casato Ceccotella, come si riscontra in atti anteriori al 1500.

VICOLO GALLIGONI
Anche questo nome è dovuto alla famiglia facoltosa ed antica dei Galligoni che vi abitavano in una casa il cui prospetto è in via Braconi ora Andrea Velletrano, il civico numero 39.

VICOLO MAGISTERNA
Prese il titolo dall'antica famiglia di tale nome, il quale peraltro trovo che fosse un nomignolo, poiché nel 1528 un certo Giovanni Battista di Bernardo di Ambrogio è soprannominato Magisterna.
La casa abitata da questa famiglia, è quella che fa angolo sulla detta via, al N. 9, e quella Paolina al N. 39, ora però del tutto trasformata, e restaurata alla moderna.

VICOLO DELLE FRATTE
Fu così chiamato dal popolo perché in esso vi erano orti recinti da siepi (fratte) invece di fabbriche, che ancora esistevano fino a pochi anni indietro.

VIA ANDREA NICOLETTI
È anche questo un nome commemorativo che ricorda tale personaggio, uno strenuo ed indomito soldato dell'epoca nostra, il quale prese parte a sei campagne in Russia e Spagna col 1° Napoleone, col grado di ufficiale; fu più volte ferito, e perdette il braccio destro a Waterloo.
Rinunciato il grado, entrò semplice soldato fra i carabinieri pontifici, e combatté a Vicenza nel 1848 col grado di capitano nella legione romana.
Promosso maggiore, e quindi colonnello a Bologna, fu dal governo pontificio, allora restaurato dopo la repubblica, prima retrocesso dal grado, e quindi condannato all'esilio, ma il dolore lo spense nel 1850 pochi giorni prima di esulare.
Questo prode era nato a Velletri nel l799, ed era vissuto in casa dell'avo Cavaciocchi, notaio che abitava in questa via al N. 11, ora di proprietà Nicolucci.
Questa strada chiamavasi prima Via della Tribuna, perché essa passava innanzi alla tribuna della chiesa di S. Salvatore.

VICOLO PELLICANI
Prese il nome dalla famiglia Pellicani che vi abitava nella casa già Pietromarchi sulla via Cannetoli N. 71.
I Pellicani, veliterni, ripetono la loro origine da Amandola, provincia di Ascoli Piceno, essendo stato un Giovanni nel 1669, il primo che qui si impiantò con la famiglia.
Il veliterno Gio. Domenico Pellicani fu un bravo notaio, ed un solerte raccoglitore di memorie patrie, che si conservano ancora, in originale, nella biblioteca comunale.

VIA CAMILLO MEDA
È il nome di un altro prete patriota di gran cuore e di alto sentire: processato dal governo pontificio nel 1852 per cospirazione, fu relegato nell'ergastolo di Corneto ove morì.
Il Meda, sebbene nato a Torino, era di origine veliterna, essendo la madre una Filippi, e siccome nel palazzo di questi signori egli risiedeva, così fu che alla strada prospiciente si dette il suo nome.
La via si chiamava già Via Fiore, altro nome di famiglia veliterna del secolo XV, di cui la vera dizione era Del Fiore, e che aveva la sua residenza su questa strada, credo all'attuale civico N. 15 passato poi in proprietà ai Prosperi, quindi ai Santucci, ed ora ai De Lazzaro.

VICOLO DELL'ORO
Non è già da questo prezioso metallo che la via prese nome, ma sebbene da una famiglia veliterna che forse lì presso vi dimorava, di cui trovo menzione fin dallo scorcio del secolo XVII.
Da alcuni dati di confronto mi risulta che questa stradina aveva esito sulla sia Lanuvia, sviluppandosi tortuosamente tra piccoli fabbricati, ed uscendo al N. 5 di detta via, al cui fianco destro della via soppressa fa ancora mostra di sé un fabbricato di qualche pretesa, con un bellissimo cornicione, e che forse potrebbe essere stata la dimora della famiglia Dell'Oro.
La soppressione di tale strada, come di tante altre nel medesimo posto, avvenne allorché i Filippi intrapresero nel 1636 la costruzione del loro grandioso palazzo, atterrando ben ventidue casette di cui occupavano l'area cambiando così l'antica topografia di quella parte di città, ove anche altre viuzze dovevano esistere, come appare dagli avanzi che si possono verificare entrando negli sterrati e cortili interni.
Infatti altra via minuscola metteva sulla via Lanuvia nel largo al N. 15, di cui ancora si vede l'accenno del troncamento, e che aveva esito in quello stretto vicolo innanzi alla casa Scipioni, con corrispondenza forse di allacciamento con le stradine soppresse dai Filippi.

VICOLO DELLA PAURA
Se il popolo gli applicò questo nomignolo, n'ebbe ben ragione, poiché è questo un vicoletto orrido, angusto, e certamente poco rassicurante nell'accedervi, specie di notte, correndosi pericolo di rimetterci la rottura di una gamba, e nella migliore ipotesi non uscirne netto, tenendo presente che l'applicazione del nome fu fatta in tempi lontani, quando l'illuminazione delle vie non esisteva affatto, e la sistemazione di esse era ancora primitiva.
Avvertiamo che parecchie strade che apparterrebbero topograficamente a questa parrocchia, sono state invece descritte altrove, perché l'inizio di esse era in altro rione, e finivano in questo.
Quindi per non descriverle doppiamente, se ne parla una sola volta.



Lo storico Tersenghi prese notizie da:

Archivio Comunale - Risoluzioni Consiliari, Volumi 43 - 86
Archivio Segreto Comunale - Pergamene
Biblioteca Comunale - Scrittura di casa Braconi, Volume XV
Archivio Notarile - Volumi 31 - 199 - 911