AUGUSTO  TERSENGHI
TOPONOMASTICA  VELITERNA - 1930

 
 

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    Parrocchia di San Martino


     

    Parrocchia di San Martino (anni '20)

     

PIAZZA MÈTABO
È una nomenclatura di nome di origine moderna, derivante dallo stesso personaggio di cui parlammo nella via Mètabo, in parrocchia di S. Clemente.
Questo largo o piazza che dir si voglia, non esisteva in antico; fu solamente nel 1634 che il Comune lo creò con l'abbattimento di alcune case per costruirvi un teatro che iniziò, ma non condusse a termine.
Nello sbocco attuale della Piazza sul corso Vittorio Emanuele, esisteva già una via che passava sotto un arco, e si sviluppava fra le case abbattute, e questa via chiamavasi dell'arco dei Buzi nome dei proprietari del vicino palazzo tuttora esistente. Demolito l'arco e le case per costruirvi il detto teatro, di cui furono iniziate le fondamenta, il largo prodotto dalle demolizioni restò senza nome.
Fu nel 1882 che sullo spazio inoperoso fu impiantato il moderno giardino pubblico, e si chiamò il tutto piazza Mètabo.


VIA LUIGI NOVELLI
È il titolo moderno che si è voluto dare a questa via per onorare il nome dell'intemerato patriota che fu già deputalo di Velletri nell'Assemblea Costituente Romana del 1849.
Venne questa strada aperta nel 1618, e per ricordare ai posteri l'opera benefica del Card. Ottavio Bandini, prefetto pontificio delle acque, che tanto si adoperò perché si prezioso elemento venisse condotto a Velletri che ne era privo, e come infatti avvenne nel 1612. La nuova strada, adunque, si chiamò Via Bandina, nome che ritenne fino a pochi anni or sono, come accennammo più sopra.


VICOLO DEL PAVONE
Questo titolo per la sua errata dicitura si presta a false interpretazioni.
Infatti questo nome, come sembrerebbe, non proviene già dal bel gallinaceo che tutti conoscono, supponendosi, forse, che uno di questi animali per una ragione qualsiasi avesse avuto residenza in quella località. Tutt'altro!
Il titolo ha origine dalla famiglia "Pavoni" o "Pavone" venuta da Bergamo a Velletri nel secolo XVII, la quale ebbe, forse, quivi la sua abitazione.
Quindi la via dovrebbe chiamarsi "di Pavone", non "del Pavone".


VICOLO MIANI
Fu questo nome voluto dai padri Somaschi di S. Martino, in onore del santo fondatore del loro ordine, Girolamo Miani, e non Emiliani come alcuni vogliono chiamarlo.
Questa strada anticamente era detta "Via dell'arco di S. Martino", e ciò perché essa passava sotto un arco allora esistente. Fu nel 1615 che essa venne ampliata dal Comune, ed in seguito, abbattuto anche l'arco, la strada perdette il suo titolo, e si chiamò con quello di "Miani".


VIA SAN MARTINO
Prese il nome della vicina chiesa dedicata a tale santo.


VIA BONESE
Assunse il nome da una antichissima famiglia veliterna di cui si ha memoria fin dalla metà del secolo XV.
Sembra però che il nome di "Bonese" sia stato in origine un nomignolo non sappiamo da che prodotto.
Troviamo infatti che nel 1442 un certo "Giovanni Di Pietro Dell'Apice" era soprannominato "Bonese", mentre il suo figlio "Andrea" venti anni dopo, chiamavasi semplicemente "Bonese" originando così il nome di famiglia.


VIA BRACACCIO
È una traversa della suddetta via Bonese, a cui modernamente si dette il nome di Antonio Bracaccio, per ricordare questo valorosissimo soldato veliterno, che militando contro il Turco in Ungheria nella prima metà del secolo XVI, trovandosi nella fortezza di Tatta, ovvero Dotis, ad est di Vienna, invasa dal Turco, per non cadere nelle mani del feroce inimico, fece allontanare tutti i suoi compagni, ed egli facendo olocausto di se stesso, mise fuoco alle polveri esistenti nei sotterranei, le quali esplodendo, subissarono l'edificio, seppellendo così con lui parecchie centinaia d'inimici turchi.
Era ben giusto che questo precursore di Pietro Micca venisse ricordato dalla citta che lo vide nascere.


VIA PORTELLA
Nome antichissimo medievale, che venne applicato anche ad uno dei quartieri della città, chiamato "Decarcìa della Portella", derivazione di "piccola porta", o meglio "posteria e posterola", perché la via conduceva ad un piccolo ingresso che aprivasi sulle mura castellane della Città, ora in quel punto non più visibili.


VICOLO CARAVÀ
Derivazione dal nome di questa famiglia veliterna, che forse aveva su quella via la propria abitazione.


VIA COLLICELLO
Anche questa vetustissima indicazione è di origine medievale, e dava il nome ad una sezione regionale di quel tempo, chiamata "Decarcía di Collicello".
La genesi del nonne viene da "piccolo colle" perché tanto la "via" quanto la regione, erano poste sopra un piccolo rialzo dl terreno, un "collicello".
Per la topografia, facciamo osservare che questa via giunta all'attuale civico n. 33 biforcavasi in due rami, uno, l'attuale che ha il suo esito innanzi la caserma dei RR. carabinieri, e l'altro che s'internava, come si vede tuttora, a sinistra fra le case dei privati, ed usciva sul Corso quasi di fronte al vicolo Miani, ove ancora si scorge per un tratto la via già esistente e che in un punto venne chiusa, credo arbitrariamente, appropriandosene i frontisti del terreno, che adibirono a proprio uso.


VIA RUGGERO GIOVANNELLI
Venne anni or sono così chiamata questa via, per ricordare il notissimo veliterno maestro di musica, Ruggero Giovannelli, emulo e successore del grande Pierluigi da Palestrina nella Cappella Vaticana, col qual grado morì nel 1625, essendo nato in Velletri l'anno 1560.
Le numerevoli opere musicali di questo sommo maestro sono tuttora apprezzate e conosciute dai tecnici dell'arte, e si conservano in originale nei vari archivi delle cappelle romane, e nella R. Accademia di S.ta Cecilia.
Questa via era chiamata fino agli ultimi anni "Via della Stamperia", poiché quivi era istallata un'antica tipografia nell'attuale casa dei Milita, tipografia che ha esistito sino a qualche anno dopo il 1870.



Lo storico Tersenghi prese notizie da:

Archivio Comunale - Risoluzioni Consiliari, Volumi 49-50
Biblioteca Comunale - Appunti Borgia L-X-4
Archivio Notarile - Volumi 15-39