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Parrocchia di San Michele Arcangelo
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Parrocchia di San Michele Arcangelo (anni '30) |
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PIAZZA DEL COMUNE
Come è facile rilevare, ebbe questo nome perché su di essa elevasi il maestoso ed artistico palazzo comunale, dovuto al genio del sommo architetto Giacomo Della Porta, allievo del celebre Barozzi da Vignola che ne fu l’ideatore primitivo, sulla fine del secolo XVI, ma che per la sua repentina morte non poté condurre in atto, lasciandone il compito al suo diletto scolaro.
Ebbe questa piazza più nomi, secondo che variarono gli appellativi dei reggitori della cosa pubblica.
Si disse piazza della Curia nei più remoti tempi, a memoria, forse, perché quivi ergevasi il palazzo della curia sotto la dominazione romana.
La chiamarono poscia piazza di Corte, allorché in un vecchio palazzo, esistito prima dell’attuale, vi risiedeva il Podestà con la sua corte, cioè gli agenti addetti all’ordine pubblico.
Introdotto il magistrato cittadino dei Priori nel 1504 la piazza fu detta Priorale, ed anche di S. Angelo, dalla vicina chiesa di tal nome.
Finalmente, venuta l’occupazione francese nel 1809/14 la piazza fu chiamata della Comune, col termine burocratico di quei tempi; finché nei giorni a noi vicini, si volle rievocare il nome glorioso del libero comune, e la piazza assunse il titolo di piazza del Comune, col quale è oggi conosciuta.
PIAZZA IGNAZIO GALLI
Ebbe questa piazza varie denominazioni. Al suo nome primitivo di piazza S. Lorenzo, che conservava da secoli, - perché sulla medesima sorge la bella chiesa dedicata a tale Santo, chiesa che fu già parrocchia fino alla metà del secolo XV, quando cioè essa venne concessa ai Minori Osservanti che la ricostruirono e rimodernarono più volte fino allo stato presente, e vi fabbricarono inoltre il loro convento ivi adiacente, ove ora è il R. Istituto Tecnico - si volle, in tempo non lontano, cambiare il nome con quello di Francesco Ferrer, il noto agitatore spagnuolo. Se non che, negli ultimi anni, spentosi l’illustre concittadino Ignazio Galli, noto non solo in Italia, ma ancora all’estero, come fisico, meteorologo e scienziato, il Comune volle onorarne la memoria con dare alla vecchia piazza il suo nome, essendo essa vicina alla casa paterna che lo vide nascere, ed all’edificio scolastico in cui insegnò.
VIA S. LORENZO
Deve il suo nome alla chiesa dedicata a tale santo, come lo era la piazza.
VIA DEL PARADISO
Non si creda che la genesi di questo titolo sia stato quello perché la via conducesse direttamente al gaudio eterno!!
No, poiché l’errore in cui si può cadere si evita coll’aggiunta di un articolo, e leggendo via di Paradiso, nome di una famiglia veliterna del secolo XVI la, quale avendo forse quivi la sua abitazione, dette il nome alla strada.
VIA CASTELLO
È nome antichissimo medievale, originato dal fatto che quivi sorgeva l’antica rocca romana l’arx la quale in seguito nel medio evo si disse castrum e castellum, il volgare castello, luogo di difesa bellica che ogni città di qualche importanza aveva.
Ebbe il nome di decarcìa di castello una delle divisioni regionali della città nell’epoca medievale, che corrisponderebbe in parte all’attuale parrocchia di S. Michele Arcangelo.
VIA OTTAVIA
È una delle più antiche denominazioni delle strade veliterne già esistente nell’epoca romana, e rammentata da Svetonio nella vita dell’imperatore Augusto, il quale discendendo dalla famiglia Ottavia di Velletri che aveva in quella località la propria residenza, originò il nome di Ottavia alla via che dopo tanti secoli ancora conserva.
VICOLO DELLA CROCE
È da sapersi che avanti la chiesa di S. Lorenzo, su di una parte dell’attuale piazza, esisteva anticamente un piccolo cimitero, il quale per essere mezzo diroccato, ne fu dai Frati Minori proposto al comune la soppressione per decenza, trasportando i resti dei defunti entro la vicina clausura del convento, e chiedendo un sussidio per te spese.
Il Comune aderì alla proposta, e nell’anno 1692 la traslazione fu eseguita, e la piazza vi guadagnò in ampiezza.
Fu allora che si pose una croce ove già esisteva il cimitero, e siccome questa era piantata presso l’imbocco di uni piccola strada, il popolo chiamò questa via in Vicolo della Croce, col quale nome è a noi giunta.
VIA FRANCESCO CRISPI
È il nome attuale che venne dato alla via Ginnasia o Ginnasi, la quale così venne chiamata, nel secolo XVII, per onorare la illustre famiglia bolognese dei Ginnasi, di cui il cardinal Domenico, vescovo di Velletri, e la sua nipote Caterina, si erano resi benemeriti della città, donando al locale monte di pietà nel 1639 la somma di tremila scudi romani, con i quali il pio istituto poté rialzare le sorti vacillanti della benefica istituzione.
Fu in seguito, che per altra elargizione del concittadino Gregni, l’istituto per onorare e perpetuare la memoria di tali benefattori venne intitolato Monte di Pietà Ginnasi-Gregni, nome che tuttora conserva.
La via a cui fu dato il nome di Ginnasia, nel 1640 già esisteva trovandosene memoria un secolo prima, in occasione che essa venne dal comune ampliata ed allineata, ma quale nome portasse in antico non ci è stato possibile rintracciare.
VIA LELLO DA VELLETRI
Ricorda questa via il sommo pittore veliterno di tale nome che viveva ed operava nel secolo XV, del quale si conosce un unico quadro che si conserva nella pinacoteca di Perugia.
La strada era prima chiamata di S. Silvestro, perché conduceva nella vetustissima chiesa dedicata a tale santo, di cui si ha memoria fin dall’anno 1085, e che in seguito fu nel 1615 chiamata anche di S. Giuseppe, ora è come lo è al presente.
VIA S. GIUSEPPE
Fu così appellata poiché è sulla medesima che trovasi la predetta chiesa di S. Giuseppe, già di S. Silvestro.
VIA MANCINELLI
Le fu assegnato modernamente questo nome per ricordare l’illustre concittadino Antonio Mancinelli, retore, grammatico e poeta del secolo XV, che ebbe un posto eminente fra i letterati del suo tempo, co dare alle stampe parecchie sue opere, le quali gli procurarono l’insegnamento nelle varie cattedre italiane, comprese quella dell’Università di Roma, ove si fermò per cinque anni.
Tornato in patria, vi morì nel 1505 nella fresca età di 53 anni.
La strada che prese questo nome, chiamavasi prima Via del Montone, espressione popolare per denotare un rialzo di terreno, una prominenza scoscesa, come infatti è quella località.
VIA BONAVENTURA TEOLI
È un nome commemorativo per ricordare questo nostro concittadino arcivescovo francescano vissuto nel secolo XVII, il quale nato da umile prosapia seppe con l’intelligenza e lo studio elevarsi a grandi onori nell’ordine a cui apparteneva.
È il più antico storico veliterno che abbiamo, sebbene la sua opera risenta troppo dello stile del seicento, epoca in cui fu scritta.
Pubblicò parecchi altri suoi lavori storici, ed ecclesiastici di non poca importanza.
Dopo aver viaggiato per l’ordine francescano in tutta Europa, si ridusse, in patria ove morì nel 1670 in età di circa 74 anni.
Questa strada chiamavasi già Via del Montone, ed era una continuazione di quella detta ora Mancinelli, come dicemmo più sopra.
VIA DELLE STIMMATE
Prese questo nome dalla Chiesa così chiamata, allorché quella assunse tale titolo lasciando l’antico, come vedremo appresso.
La strada venne aperta ed in parte ampliata nel 1612.
VIA DELLA NEVE
Tale nome le venne perché essa conduceva nella Chiesa della Madonna della Neve, o Santa Valle, come pure chiamavasi ancora nel secolo XV.
La Chiesa dopo circa due secoli assunse quello delle Stimmate, dando così il nome ad altra via adiacente, ma quello della Neve, e Santa Valle, restò alle vecchie strade che anche oggi lo conservano.
VIA SANTA VALLE
È il nome antico originato dalla vecchia chiesa, e che ancora conserva, come accennammo più sopra.
VIA CLEMENTE CARDINALI
Prese modernamente questo nome per onorare il sommo archeologo, veliterno Cardinali nato nel 1789 e morto nel 1839.
Ebbe questi fama europea, e le più celebri accademie archeologiche l’annoverarono fra i propri soci, come pure lo ebbero amico apprezzatissimo i più chiari letterati del suo tempo.
Questa strada venne aperta nel 1612 unitamente a quella di S. Pietro, che ne è la continuazione e venne chiamata Via Gioiosa, in onore del vescovo del tempo Cardinal Francesco di Gioiosa.
Essendo pertanto stato fabbricato il monastero delle Teresiane nei 1641 la cui chiesa si dedicò al nome di Gesù, la via che chiamavasi Gioiosa, dalla piazza del Comune fino al detto monastero lasciò il nome che aveva, e prese quello di Via di Gesù, mentre il secondo tratto di essa chiamossi Via S. Pietro, che ancora conserva, e della Via di Gesù se ne fece modernamente Via Clemente Cardinali.
VIA DELLE MURELLE
È un nomignolo dialettale derivato dai muri, o murelli che sostengono la soprastante strada.
VICOLO DEL TORDO
Anche di questo, come di tanti altri nomi di strade non se ne conosce l’originale provenienza, ma è senza dubbio denominazione popolare dovuta a chi sa quale circostanza.
VICOLO DEL SANGUE
È questo uno dei pochi casi in cui il titolo della strada per civiltà, decenza, e rispetto dovrebbe essere del tutto cancellato, od almeno completato nella sua dizione.
L’applicazione di questo nome che richiama alla mente chissà quale tragedia è invece dovuto a quanto segue.
Nel vicino tempietto di stile Bramantesco costruito nei secolo XVI, venne trasportata, da un muro poco lontano ove era dipinta, una immagine della Madonna che la tradizione asseriva aver pianto lacrime di sangue.
La chiesa per questo fatto assunse il titolo di S. Maria del Sangue.
Il popolo senza pensarci tanto, chiamò la via adiacente Vicolo del Sangue, e ciò impropriamente, poiché con la sola parola sangue non si veniva a completare la ragione del nome originario, ma dava adito ad interpretazioni erronee.
Quindi l’intestazione stradale dovrebbe completarsi così: “Vicolo di S. Maria del Sangue”, quando non si credesse più opportuno darle altro nome.
VIA E PIAZZA DEL TEATRO
Assunsero questo nome nel 1863 allorché il Comune acquistò dalla famiglia Graziosi un piccolo teatro che questa aveva adattato per uso di filarmonici e lo ampliò e ridusse allo stato presente, sebbene ora sia troppo ristretto al crescente sviluppo della aumentata popolazione.
VICOLO DELLA BARCACCIA
Venne questo appellativo popolare da un nomignolo dato ad una donna.
Verso la meta del 1800 viveva ed abitava in una casuccia di questa via una donna del popolo, certa Anna Maria Giuliani, la quale ebbe da natura una pinguedine eccessiva, straordinaria e deforme, ragione per cui il popolino, con voce dialettale, la soprannominava la barcaccia.
Quindi per additare quel vicolo, prevalse l’uso di chiamarlo col nomignolo della donna che vi abitava, tanto che fini per essere accettato da tutti, compreso il Comune che lo ammise come nome ufficiale della piccola via.
Chiamavasi prima questa strada Vicolo Cinelli, dalla famiglia veliterna di questo nome, che vi abitava nel proprio palazzo, ora di proprietà Comunale.
VIA DEL COMUNE
Ebbe la medesima origine della piazza omonima di cui parlammo più sopra. Si chiamò, cioè, “Via di Corte, Via Priorale, e Via Della Comune” fino al nome che ora ritiene.
VICOLO CORTO
È ovvio spiegare da che ebbe origine questo titolo, il nome stesso lo dice: perché è breve fa sua estensione, sebbene in antico, credo che esso sboccasse in altra viuzza, ora chiusa, che metteva in via del Comune all’attuale civico numero 55.
Lo storico Tersenghi prese notizie da:
Archivio Comunale - Risoluzioni Consiliari, Volumi 1-28-49-57-134
Vitae XII Caesar in Octaviano
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