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CAPITOLO QUINTO
Terremoti dal 1801 al 1870
206. — A. 1801 - In questo primo anno del secolo XIX si contarono a Velletri, come dice il Bauco, ben 16 scosse più o meno forti, 5-6°. Ma ne avvennero certamente molte altre più leggere, che passarono inosservate, o non furono stimate degne di menzione. Sembra che l’attività sismica di tutto il Lazio fosse allora ristretta al solo territorio veliterno, perché le notizie di altri luoghi anche vicini sono scarsissime.
207. — A. 1801, gennaio-maggio. - Scosse forti a Velletri, 6°. - Dal De Rossi, che dice di averlo appreso da una nota manoscritta. Il Bauco le dice sensibilissime (vedi n. 205).
208. — A. 1801, 23 ottobre: 11.30™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Gilii : « Tremuoto per ondulazione ».
209. — A. 1801, 25 ottobre: 7.30™. - Scossa sussultoria a Roma, 5°. - Ancora dal Gilii: « Tremuoto per succussione ».
210. — A. 1801, 26 ottobre: 7.30™. - Scosse sussultorie molto forti a Velletri e nei Castelli, 6° - Dalle Notizie del Malvasia : «Roma, 31 ottobre. Intendiamo da Frascati che nella mattina del 26 dello scadente ottobre alle ore 14 sentissi una leggera scossa di terremoto per succussione. Fu per altro molto sensibile ed anche ripetuta a Monte Porzio, ad Albano, alla Riccia, a Velletri ed altri luoghi vicini, sebbene non cagionasse alcun danno ».
211. — A. 1801, 6 decembre. - Ultima scossa a Velletri, 4°. - Dal Bauco citato al n. 205.
212. — A. 1805: nell’anno. - Scossa molto forte a Marino 6°. - Dal De Rossi: « Nell’anno tremoto assai intenso che fece cadere alcune fiaccole (di pietra) dalla facciata della cattedrale ».
213. — A. 1805, 26 luglio: 22.15™ circa. - Terremoto disastrosissimo nel Molise, forte nel Lazio orientale, 5°. - Dal Baratta: « A Segni, Anagni, Veroli e Roma la scossa fu pure sentita; nelle tre prime località molto più sensibilmente che nell’ultima ». A Roma si ebbe anche un’altra scossa, che appartiene al giorno seguente, e le due scosse sono così indicate dal Gilii: « 26 luglio. Tremuoto alle ore 2,6: fu per ondulazione dal Nord al Sud e durò circa 88 secondi; quello delle ore 5 fu di minor durata ».
214. — A. 1805, 27 luglio: 1™ circa. - Altra scossa fortissima nel Molise, debole nel Lazio, 3°*. - Alla indicazione sopradetta il Baratta aggiunge che questa scossa fu: « avvertita a Napoli, Veroli, Anagni, Segni e Roma ».
215. — A. 1806, 21 luglio: circa 10™. - Scossa quasi rovinosa a Montecassino, leggera a Roma, 3°*. - Dal Gilii: « La mattina de’ 21 di Luglio circa le ore 14 italiane scuotimento poco sensibile, e di brevissima durata ». (1)
216. — A. 1806, 28 luglio: 3™. - Scossa leggera a Roma, 3°. Dallo stesso Gilii: « Il dì 28 dello stesso mese circa le ore 7. parimenti italiane altra scossa come la precedente ».
217. — A. 1806, 25 agosto: 23.45™. - Scossa leggerissima a Roma, 2°. - Il Gilii, parlando della scossa avvenuta nel mattino del 26, dice: « V’hà chi asserisce essere stata questa scossa preceduta da altra più piccola circa le ore 4.30. della notte; non ho io per altro de’ dati certi da potersi addurre in conferma, e se ciò dovrà ammettersi, convien dire, che sia stata quasi impercettibile ».
218. — A. 1806, 26 agosto: 8.35™. - Terremoto disastroso a Velletri e Rocca di Papa, 9° - Narra il canonico Bauco: « In giorno di martedì 26 di agosto del 1806 alle ore 13 e un quarto scoppiò sotto questa città un terremoto de’ più spaventosi, e de’ più terribili,
(1) Risultati delle osservazioni meteorologiche anno 1806° da Filippo Luigi Gilii. Nella Officina Salomoniana anno MDCCCVII.
che siensi mai intesi: durò 28 minuti secondi. Poco mancò a vedersi la città tutta eguagliata al suolo, e i cittadini schiacciati e sepolti sotto le di lei mine. Caddero alcune fabbriche, fra le quali le due chiese della Madonna degli Angeli, e di S. Maria Invialata de’ monaci Basiliani (poste fuori di Velletri e già molto deperite): tutte le altre abitazioni furono in tal maniera sconquassate, che di mano in mano rovinando, fu d’uopo demolirne molte, quindi rifabbricarle, e la maggior parte riattarle. Niuno vi morì: ma vi furono de’ feriti. In quel fatale momento non vi fu persona che non invocasse in soccorso la gran Madre di Dio Maria venerata qui sotto il titolo delle Grazie. Furono tutti i cittadini salvi: la città in piedi, per cui ognuno confessò e credé essere stato questo un prodigio del cielo: il che io confermo: mentre (con raccapriccio il rammento) fui in prossimo pericolo di morte ».
- Le Notizie del Malvasia aggiungono qualche altro importante fatto particolare: « Colle lettere di Velletri abbiamo con dispiacere inteso che pel terremoto venuto il martedì scorso... ebbe alcuni caseggiati, fra i quali il palazzo pubblico e molte case che hanno grandemente sofferto e rovinata la chiesa di S. Salvatore » - In un libro d’affari della famiglia Malagigi trovo questo appunto generico: « Nel 1806 la mattina del 26 Agosto verso le ore 13 per le 14, fu una scossa di Terramoto così fiera che poco mancò che il Popolo di Velletri non restasse infranto sotto le ruine ».
A Rocca di Papa, per la inclinazione del suolo e forse anche per la minore solidità dei muri, i danni furono ancora più gravi. Il De Rossi dice: « Fortissime scosse, che danneggiarono l’abitato distruggendo quasi un quartiere verso l’alto, ossia la così detta Fortezza: fu rovinata anche la cattedrale».
Ad Ariccia: « caddero interamente il tetto della chiesa di S. Nicola ed alcuni comignoli: varie screpolature in diverse case deboli. A Galloro la chiesa soffrì qualche lieve danno, e così a Nemi il palazzo Braschi (Orsini) ».
A Frascati, come racconta il dottor Seghetti, « vi fu una scossa tremenda di terremoto ondulatorio accompagnato da un cupo rombo sotterraneo: non si ebbero a lamentare disgrazie di uomini, ma nella parte più bassa della Città, in ispecie si videro buttati giù parecchi camini delle abitazioni: precipitò nella piazza il candelabro di sinistra che sovrasta la facciata della chiesa del Gesù; numerosi vasi di fiori, posti ad ornamento nei davanzali delle finestre delle case e nei balconi, furono sbalzati in terra e lo stesso avvenne di parecchi globi di sperone che abbellivano i cancelli delle ville: furono molti i crepacci operatisi nelle mura degli edifici pubblici e privati ». (1)
E dalle notizie del Malvasia si sa che « la Villa Rufinella del senatore Luciano Bonaparte è resa inabitabile ».
A Roma il « moto ondulatorio si osservò in direzione dal Sud Est al Nord Ovest, e benché la sua più sensibile durata non eccedesse i 10", nulla di meno dovette questa valutarsi molto relativamente alla forza dello scuotimento, che sensibilissimo si manifestò nelle più grandiose fabriche, ed anche, nelle più stabili abitazioni, nelle quali maggiormente ogn’uno avvertito ne venne dallo scroscio delle soffitte, dallo spostamento delle mobilie, dal suono dei campanelli, e dall’alterato moto dei pendoli degli orologi ».
I danni furono piccolissimi, cioè: « cadde un camino nel palazzo Giustiniani ed alcune scrostature di stucchi a S. Carlo al Corso, a S. Andrea della Valle e alla Chiesa Nuova ».
« A Nemi rovinò il convento dei Minori Osservanti e nella chiesa relativa si aprirono larghe fenditure» -
« Da Zagarolo sappiamo che ha notabilmente sofferto il palazzo baronale. A Nemi, Ariccia ed a Marino ha fatto grandi guasti ». - « A Montefortino (ora Artena) terremoto che pose in sgomento gli abitanti: in paese nessun danno: cadde però la volta della cappella (della Madonna delle Grazie) e precipitò il tetto ».
(1) “Memorie storiche del Tuscolo antico e nuovo” di Domenico Seghetti. Roma 1891.
Rispetto alla estensione dell’area scossa abbiamo dal Gilii: « Questo stesso tremuoto del dì 26. Agosto si fece pure sentire in Albano, Genzano, Nemi, Civita Lavinia, Velletri, Cisterna, Cori, Giuliano (Giulianello), Rocca Massima, Sermoneta, Sezze, Piperno, e nei luoghi più littorali di Ardea, Nettuno, per fin’a Terracina. Dalle notizie che se ne sono raccolte si deduce, che in special modo sensibile fu in Genzano, Nemi e Velletri, ed ivi assai maggiori, che in alcun’altro degli indicati luoghi ne risultarono dei danni ».
A questa lista si debbono aggiungere Zagarolo ed Artena, e, stando al Baratta, anche Sora e Napoli. In nessuna relazione si parla di scosse avvertite su punti più settentrionali di Roma. E da tutto l’insieme degli effetti meccanici appare evidente che l’area epicentrale si estese per circa 10 o 12 chilometri da Rocca di Papa a Velletri, e che l’area totale invasa da vibrazioni sismiche fu la metà meridionale del Lazio, ci fu un prolungamento nella Campania e nel Tirreno, ove si produsse un forte maremoto. Di questo fenomeno il Gilii dice: « Uno strano mormorio dell’onde si udì in quell’istante, ed in procelloso aspetto agitate sembrava al dir di alcuno, che sconvolger ne volessero quel litorale ».
La grande scossa fu seguita da un’altra leggerissima a Roma dopo 10 minuti, e da una piuttosto forte a Frascati dopo circa un’ora. Queste repliche, e forse anche altre, dovettero avvenire specialmente nell’area epicentrale: ma lo spavento e la confusione non le fecero avvertire. Pare che nel resto dell’anno e in tutto l’anno 1807 non accadesse alcuna altra scossa sensibile nella regione laziale, poiché nessuno ne fa cenno, sebbene il pericolo corso abbia certamente messo tutti sull’avviso.
219. — A. 1808, 30 luglio: 22™ circa. - Scossa leggera a Roma 3°, due scosse mediocri a Velletri, 4°, - Dal Gilii: « Una scossa di tremuoto fecesi sentire la sera del di 30 Luglio circa le ore 2.16 italiane. Fu però legiera, ed ondulatoria, erane il moto in direzione dal Sud al Nord, e la sua durata non eccedé i quattro in cinque secondi questo scuotimento fecesi sentire nello stesso istante anche in Velletri, secondo ne venni informato dal mio illustre collega il signor Luigi Cardinali Segretario di quella Società letteraria Volsca.
La durata ne fu la stessa, dicendosi di quattro in cinque battute di polso, che possono equivalere ad altrettanti minuti secondi, ma il moto ne fu diverso, poiché invece di ondulatorio fu sucussorio… e si fece risentire con qualche forza due ore dopo. » (1)
220. — A. 1809, inverno. - Molte scosse forti o fortissime e rombi a Montecompatri, 6-7° - Dal De Rossi: « Nell’inverno, durante un mese circa, frequenti scosse che causarono molti danni, avendo fatti cadere tutti i camini e screpolare quasi tutte le case. In generale si intesero 2-3 scosse per ogni 24 ore, accompagnate da frequenti muggiti sotterranei: furono sì localizzate da essere appena avvertite a Monte Porzio (not. orale) ».
221. — A. 1809, 22 marzo. - Scossa mediocre a Roma e Frascati, 4°. - Dal Gilii (secondo l’ ”Elenco” del P. Lais): « Il terremoto che si fé sentire in Frascati, durò circa due minuti secondi, la direzione dal SE al NW ».
222. — A. 1809, seconda metà dell’anno. - Scossa forte ad Ariccia, 5°. - Dal De Rossi (“Boll, del Volsco Ital”).
223. — A. 1810, 13 luglio: circa 14™. - Scossa forte a Frascati, 6°. - Dal Gilii: « Circa le ore 18, scossa di terremoto leggera in Roma, ma assai più sensibile a Frascati ».
224. — A. 1810 - Scossa fortissima in Ariccia, 7°. - « Nell’anno terremoto assai violento con danni a case ed a templi (not. orale) ».
225. — A. 1811, 16 febbraio: 5.45™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Gilii: « La mattina alle ore 11.30 circa vi fu una scossa di tremuoto per ondulazione in direzione dal Nord al Sud ».
226. — A. 1811, 18 febbraio: 3.15™. - Scossa molto forte a Roma, Frascati, Tivoli e paesi vicini, 6°. - Dal Gilii: « A dì 18 alle ore 9…. vi fu altra scossa molto sensibile dal SE al NW, e la durata può essere stata di 6 secondi, aria limpida. Vi fu ancora qualche moto succussorio. Alle ore 7 (1. 15™) vi era stato altro scuotimento per ondulazione » . - Il Baratta aggiunge « che la scossa più violenta fece cadere alcuni comignoli, scuotere i mobili e causare molto timore: fu forte a Frascati, Tivoli, ecc. ».
(1) “I risultati delle osservazioni meteorologiche fatte nel 1808 nella Specola Pontificia Vaticana” da Filippo Luigi Gilii Direttore della medesima.
227. — A. 1811, 19 febbraio: 6.30™. - Scossa leggera a Roma, 3° - Dal Gilii: « A dì 19 circa le ore 12.15™, si sentì un leggero moto ondulatorio per la durata di 10 secondi e più, e fu dal Nord al Sud ».
228. — A. 1811, 6 marzo: 1.30™ e 3.30™. - Scosse leggere a Roma, 3°. - Dal Gilii: « A dì 5 marzo andando al giorno 6, furono sentiti due moti ondulatorii dal Sud al Nord, alle ore 7 ed alle 9 incirca ».
229. — A. 1811, 29 maggio: 22.37™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Gilii: « A dì 29 maggio la sera, alle ore 2.37 vi fu una scossa di tremuoto per ondulazione. La sua direzione fu dall’Est all’ West. La durata si considerò di circa 5 secondi ».
230. — A. 1811, l’estate. - Scossa forte a Roma, 5° - Dal De Rossi: « In una notte d’estate ad alta notte, forte scossa per la quale molti uscirono all’aperto. Varie repliche. Il relatore vide sulla piazza del Gesù, ove si era ricoverato, aprirsi e racchiudersi istantaneamente la terra (nota orale) ».
Il Baratta sospetta che la notizia si riferisca alla scossa del 29 maggio: ma l’ora e le circostanze non confermano l’ipotesi. Forse v’è un errore di data.
231. — A. 1812, 22 marzo: 3.15™. - Scossa quasi rovinosa a Roma, 7-8°. - Dal Gilii: « Nel-la notte del dì 21 marzo andando al 22 alle ore 8.30, vi fu una forte scossa di terremoto, quale secondo me fu della durata di 15 secondi… il suo moto sul principio fu succussorio, poi ondulatorio, e la sua direzione fu dal SE al NW…. Questo scuotimento fece molti danni…. Alle ore 10,15 (5™) della stessa mattina vi fu un’altra piccola scossa per ondulazione, quale pure fu in direzione da SE a NW». Nel palazzo del Vaticano cadde qualche comignolo e qualche architrave di finestra: poche fenditure.
Ma a sinistra del Tevere i danni furono assai più gravi, come si ha dalla seguente “Notizia” del Malvasia: « Roma 23 maggio. Nella notte dal 21 al 22, alle ore 3½™ di tempo vero si è sentita una scossa di terremoto, di cui forse la maggiore non fu sentita a nostra memoria. Essa è stata più ondulatoria che sussultoria, la sua durata è stata maggiore di 6 in 8 secondi. I pendoli dell’Osservatorio si sono fermati e fece togliere il pendolo dallo scappante. Il cielo sereno, sera tranquilla. Alle ore 4½™ se ne senti un’altra, ma poco sensibile. Sembra che la scossa siasi fatta maggiormente sentire nella parte della città che dall’Esquilino si estenda a Monte Pincio, ossia fra tramontana e levante. Le chiese principali hanno sofferto nelle volte. Una parte del cornicione del Colosseo è caduta, e molti palazzi hanno sofferto danni e fenditure più o meno considerabili. Fuori di Porta S. Paolo una casa è caduta e morte tre persone. Non conosciamo ancora altri danni né dove abbia originato, sembra però che nei paesi suburbani non siavi stato grande danneggiamento ». L’epicentro deve essere stato precisamente presso il lato orientale di Roma.
232. — A. 1812, 23 marzo: 4™. - Altra scossa leggera a Roma, 3°. - Dal Baratta.
233. — A. 1812, 13 luglio: 22.15™. - Scossa mediocre ad Albano, 4° - Dal Gilii: « La sera del di 13 luglio, alle ore 2,15 in circa, vi fu una scossa di tremuoto per ondulazione di poca durata (Albano) ».
234. — A. 1813, 29-30 gennaio. - Scosse mediocri presso Roma, 4°. - Dal Gilii: « La notte del di 29 gennaio andando ai 30, nei luoghi circonvicini a Roma sisentirono alcune scosse di tremuoto. Si trovarono in S. Pietro alcune biffe rotte, forse che questo ne fu la causa, benché non si rendesse sensibile ».
235. — A. 1813, 9 febbraio: 17™. - Scossa mediocre a Gagliano? 4° - Dal Gilii: « Circa le ore 23, scossa di tremuoto per ondulazione (Gagliano) ». Non conosco questo paese nella provincia Romana. Forse deve leggerai Gallicano o Gavignano.
236. — A. 1813, 10-11 febbraio. - Due scosse leggere nel detto paese, 3°. - Dal Gilii: « Nel-la notte del 10 venendo dell’altre due piccole scosse (idem) ».
237. — A. 1813, 15-16 giugno: 2.45™. - Scossa leggera a Roma, 3°. - Dal Gilii: « Nella notte dal di 15 al 16 giugno, alle ore 6,30, vi fu una leggera scossa per ondulazione della durata di 4 in 5 secondi; la direzione fu dall’Est all’West ».
238. — A. 1813, 17-18 giugno: mezzanotte. - Altra scossa leggera a Roma, 3°. - Dal Gilii: « La notte dal 17 al 18, alle ore 4 meno un quarto, vi fu un’altra piccola scossa per ondulazione dal SE al NW ».
239. — A. 1814, 14 maggio: notte. - Scossa leggera a Roma, 3°- Dal Gilii: « Nella notte fra il 13 e 14 maggio, alle ore 6.16, vi fu una piccola scossa di tremuoto per ondulazione ».
240. — A. 1815, 3 settembre: 16.45™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Gilii.
241. — A. 1817, 26 marzo: 0.30™ e 5. 30™. - Scosse nei Castelli Romani, la seconda molto forte, 6°. - Dalle “Notizie” del Malvasia: « Frascati, 27 marzo. Nella notte dal martedì al mercoledì sonosi sentite in questi contorni, specialmente in Genzano, due scosse di terremoto; la prima fu leggera, ma la seconda fu così violenta che causò lo spavento in queste popolazioni. Niuno però ha sofferto in cosi terribile circostanza.
242. — A. 1818, 27 luglio: 13™. - Scossa leggera ad Albano, 3°. Dal Mercalli.
243. — A. 1818, 5-6 agosto: notte. - Scossa forte a Roma e nei Castelli, 8°. - Dal Mercalli.
244. — A. 1818, 12-13 agosto: notte. - Scosse mediocri a Roma, 4°. - Dal Gilii: « Terremoto per ondulazione verso le 4 e le 8 » (23.30™ e 3.30™).
245. — A. 1819, 29 gennaio: 23™. - Scossa mediocre a Frascati, 4°. - Dal Gilii.
246. — A. 1819, 25 marzo: 17™ e 22™. - Scosse mediocri dal SE a Roma, 4°. - Dal Gilii.
247. — A. 1819, 26 marzo: 4™ circa. - Scossa forte a Roma e nei Castelli, 4°. - Dal Gilii (ultima notizia): « La mattina del 26 marzo, prima delle ore 11 si sentì uno scuoti-
mento di tremuoto per ondulazione la sua durata fu di circa 5 secondi, ma non recò alcun danno. Lo stesso scuotimento fu sentito in Frascati ». Il Mercalli nomina anche Albano, e dice che avvennero più scosse.
248. — A. 1821, 23 settembre: 15™. - Scossa mediocre ad Albano e a Frascati, 4° - Dal Mercalli.
249. — A. 1823, 4 decembre: 1™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
250. — A. 1824, 15 luglio. - Scossa forte a Monterotondo, 5°. - Dal Mercalli.
251. — A. 1827, nell’anno. - Parecchie scosse mediocri nei Colli Albani, 4° - Dal De Rossi.
252. — A. 1828, 10-11 aprile: notte. - Scossa leggera a Roma, 3°. - Dalle “Notizie” del Malvasia: « Roma, 16 aprile. La notte tra i 10 e gli 11 corrente si è sentita in Roma una leggera scossa ondulatoria di terremoto ».
253. — A. 1828, 11 maggio: 7™. - Scossa forte a Frascati, 5°. - Dal Baratta.
254. — A. 1828, 25 decembre. - Altra scossa forte a Frascati, con repliche, 5°. - Dal medesimo.
255. — A. 1828, nell’anno. - Parecchie scosse forti nei Colli Albani, 5° - Dal Dossi.
256. — A. 1829, primi giorni di gennaio. - Scossa forte ad Albano, 5°. - Dal Baratta che prende le notizie dalla Lettera già citata dal Bassanelli.
257. — A. 1829, 2 1-22 maggio: 4™ circa. - Scossa molto forte nei Castelli Romani, e varie altre ad Albano, 6°. - Dal Baratta: « Dopo una lunga tranquillità del suolo, si riprese (in Albano) il periodo sismico con una scossa leggera sentita nella notte 21-22 maggio 1829 a 4™ ital. (11.48™ pom. circa): a questa ne seguì un’altra più sensibile a 5¾™ ital. e quindi una molto forte ad 8™ ital.: quest’ultima fece uscire tutti dalle case, e fu più o meno intensamente sentita a Genzano, a Nemi, a Civitalavinia, a Montecave, a Rocca di Papa, a Castel Gandolfo, a Marino, a Grottaferrata, a Frascati, e non oltre.
Nella mattina del 22 altre 5 repliche, la seconda delle quali (13.½™ ital. = 9.30™) incusse panico nella popone zione: a 18™ (14™) si ripeté il fenomeno ».
Le due prime scosse soltanto furono intese anche a Frascati ma non più quelle avvenute dopo la molto violenta delle ore 8™ (4™). (1)
258. — A. 1829, 23-31 maggio. - Molte scosse ad Albano e a Frascati, alcune molto forti, 6°. - Dal Baratta: « Nel giorno 23 otto nuovi leggeri scuotimenti, cioè 3 nel mattino, 2 durante il giorno e gli altri nella sera e nella notte: tra questi uno ad ore 8½™ (4.30™) fu forte e di qualche durata. In tutti i dì successivi varie scosse: la più intensa delle quali avvenne a 13½™ (9.30™) del 31 ».
A Frascati il 23 tre scosse di cui una con rombo che spaventò non poco, ed il popolo cercava asili sicuri. Il 24 cinque scosse mediocri. Dal 25 al 28 « parecchie oscillazioni con rombo ». Il 29 tre scosse, l’ultima molto forte alle 22.30™.
Il 30 scossa fortissima alle 4™, « per cui nel panico generale molte famiglie abbando-narono Frascati; ed altra scossa forte avvertita alle ore 17 (13™) persuase la popolazione a procurarsi baracche e capanne ». Il 31 due scosse prima di giorno, ed una assai violenta alle ore 21½™ (17.30™), onde la Città si presentava costernata per il sentirsi anche rumori spaventosi da sembrare “una batteria che batte una fortezza in breccia, un continuo cannoneggiamento sotterraneo” » (Seghetti). Questa scossa non può riferirsi a quella molto forte di Albano, che accadde otto ore più presto.
Ad Albano « forti e terribili detonazioni nell’atmosfera e nel terreno, come lontani colpi di cannone » incominciarono ad udirsi il 29 maggio: « nel giorno 31 di esso mese fu sensibilissimo alla Fajola ». (2)
1) Il Dott. Seghetti (op. cit.) attinse le notizie da un manoscritto di Alessandro Greci, allora Anziano del comune di Frascati. Le ore sono un poco diverse: ma deve considerarsi che allora gli orologi pubblici delle piccole città non potevano regolarsi con sufficiente esattezza. Queste notizie non si trovano nel catalogo del Baratta.
(2) Bassanelli “Lettera”. Da appunti presi circa 20 anni addietro, quando potei consultare la importantissima relazione del Bassanelli.
259. — A. 1829, 1 giugno: 10™ circa. - Scossa fortissima ad Albano e a Frascati 7°. - Dal Bassanelli: « La mattina del primo giugno alle ore 14 venne la più forte scossa che siasi intesa. Produsse molte e ben larghe fenditure nelle abitazioni: fece cadere alcune sommità di cammini, delle grondaie da’ tetti, de’ sassi dai muri, e de’ grandi pezzi di stabilitura: cagionò rottura di cristalli e di vetri alle finestre: fece sonare ancora i campanelli nelle porte delle abitazioni, circostanza riprodottasi cinque o sei volte solamente.
Questa scossa fu di qualche durata, e fu accompagnata da un sorprendente fragore atmosferico »...
A Frascati nello stesso momento « una nuova scossa tremenda con rombo aereo che fece impallidire ognuno, della durata di buoni dieci secondi ».
Grande terrore con fuga dei cittadini, e « nella giornata si continuò il solito canno-neggiamento sotterraneo ».
Questa scossa fu più o meno forte in tutti i paesi intermedii e negli altri vicini ad Albano. « Monte Porzio, Monte Compatri, La Colonna, Rocca Priora, Velletri, Nettuno, Ardea, Pratica, e Roma intesero qualche leggera scossa per consenso nel finire di maggio e nel primo di giugno, e in appresso qualche scossa insensibile in que’ giorni in cui le scosse furono più forti in Albano e sue vicinanze, e nulla negli altri giorni ». (Bassanelli).
260. — A. 1829, maggio-decembre. - Scosse ed altri fenomeni ad Albano. - Dal Bassanelli, “ Scosse”. In giugno «si udirono quasi ciascun giorno ripetute scosse. In tutta la giornata del 9 se ne contarono 17, e due di esse ben forti; ma nei giorni 19, 26, 30 non ve ne furono ».
« In generale le scosse, specialmente de’ primi giorni, hanno mostrato un deciso periodo si di notte come di giorno. Circa l’approssimarsi delle ore 14, 16, 20, 22 (italiane) tutti si ponevano in salvo per esperienza sicuri delle scosse diurne; mentre le notturne si facevano sentire specialmente dopo un’ora fino alle cinque o alle sette. Per questa ragione, sebbene in appresso non siasi mantenuto esattamente questo periodo, pur tuttavia risulta che le scosse periodiche
furono 138, e quelle fuori di periodo 110.
Il numero totale delle scosse è 248, infino ai 6 del cadente dicembre. Queste tenute a calcolo, e con esattezza registrate ogni giorno, non compresi i tremiti e le detonazioni, ho trovato che furono in maggio (21-31) numero 54, in giugno 150, in luglio 20, in agosto 11, in settembre 6, in ottobre 2, in novembre 2, e nel corrente 3. Il numero delle scosse forti fu 21, delle detonazioni 41, e 17 il numero dei tremiti ».
Furono dunque 306 fenomeni sismici in poco più di sette mesi !
« Le scosse di tremuoto, sebbene sempre sentite in tutti i paesi del monte Albano, pure molte volte erano più sensibili in uno di questi paesi che in un altro. La scossa del 3 giugno alle 23.½™ fu più intesa in Genzano, in Galloro, nell’ Ariccia e in Marino, che in Castello, qua (Albano), e in Frascati. Quella del 25 del detto più sensibile nell’Ariccia particolarmente, e vi fece del danno: e quella del 26 molto sensibile isolatamente a Genzano, e da noi non s’intese che piccola cosa. Le scosse del 13 luglio quasi tutte intese a Nemi. Altre volte sensibilissime da far danno soltanto a Palazzuola, a Rocca di Papa, a Monte Cavo ».
« Era osservabile ancora che in differenti luoghi dello stesso paese (qualunque esso fosse) diversamente sentivasi la scossa, cosicché una parte di Albano, di Marino, di Genzano e di altri, sentiva fortemente sollevarsi il terreno, nel momento che l’altra parte del medesimo paese poco ne soffriva. Neppure era sempre la medesima contrada quella che costantemente soffriva queste concussioni ».
« La qualità delle scosse era varia, cambiando nel medesimo punto e nella medesima scossa. Generalmente era succussoria, ma eranvi ancora delle ondulatorie. Molte di quelle non forti, ma più lunghe, sono state miste, cominciando ondeggianti, e terminando succussorie, e viceversa. La scossa del primo di giugno in principio fu succussoria, indi crescendo divenne più forte ed ondulatoria. In genere la durata di ciascuna scossa non fu mai maggiore di tre, tre e mezzo o quattro minuti secondi ».
La direzione predominante era nel senso del meridiano, ovvero da NNE a SSW. Epicentro. - « Formando una circonferenza dello spazio maltrattato dal tremuoto, e cercandone un centro, ritrovasi in quel tratto di terreno che è positivamente nelle vicinanze del convento di Palazzuola verso il nord-est di Albano, prossimo all’antica Alba Longa ».
“Rombi, fremiti del suolo e colpi sotterranei.”
- Oltre ai rombi già ricordati del 29 maggio e del 1° giugno: « nel dì 9 giugno tre detonazioni e quattro tremiti di circa mezz’ora l’uno s’intesero distintamente, formando un rombo ben forte fra Pratica e la Solfatara. Il dì 15 giugno le detonazioni provenivano dal mare e le scosse dal Nord, e molte volte non se ne conosceva la provenienza. In luglio poche furono le detonazioni, e molte furono ascoltate continuate e sorprendenti nel fondo del lago di Castel Gandolfo, e qualche volta in quello di Nemi con aumento nella ondulazione dell’acqua ».
La detonazione sembrava compiersi nell’aria, ed:« aveva diverse provenienze…. Era alcune volte cosi sensibile e così forte, che sorprendeva ed arrecava molto timore…. Alcune volte questo rombo o questa detonazione precedeva, ed altre volte accompagnava le scosse.
Ora sentivasi come muggire il terreno sotto de’ piedi senza rombo atmosferico e senza scosse, ed alcune volte le scosse erano precedute come da un forte colpo sotterraneo.... In alcune parti del paese era sensibilissimo, e niente sensibile in altre… In qualche giorno di tremuoto furono anche intesi de’ tremori ed in alcuni giorni solamente questi ultimi. Furono però molto sensibili ne’ giorni 22, 24, 29 maggio, che durarono per molto tempo e poche volte s’intesero in luglio.
Questi alcune volte duravano pochi minuti, altre volte un minuto od un secondo, ed altre volte erano permanenti quasi tutta la giornata od una sua buona porzione ».
“Anidride carbonica, acido solfidrico, aria caliginosa.” - « In molte grotte di questa città sviluppossi spontaneamente del gas acido carbonico, che rendeva impossibile la respirazione, uccidendo gli animali, e spegnendo i lumi accesi:
in altri (luoghi) si sollevava questo gas non respirabile nei momenti delle scosse, ed era per qualche momento permanente ».
« Il colore del cielo sembrava nella maggior parte di que’ giorni di un cenerino così malinconico, che verso sera rassomigliava un addensamento di nebbia caliginosa. In alcune giornate sentivasi dalla maggior parte delle persone una esalazione sulfurea nell’atmosfera, ed a molti pareva che ne sapessero anche i cibi ».
“Spavento e fenomeni fisiologici.” - « Lo spavento fu tale che si trasportarono in Roma molte famiglie di questa città: circostanza che aumentò il pubblico timore. Le famiglie partite furono circa 300, e porzione di esse andò, o in Velletri o in campagna nelle proprie vigne ».
« Il tremito del terreno, in alcuni giorni quasi continuo, e lo sviluppo di un “gas sui generis” che suscitavasi dalle scosse unitamente a quell’insolito freddo atmosferico in estate, portarono nella macchina della maggior parte dei cittadini l’impedimento della traspirazione, ed un urto nel sistema nervoso: donde avrà forse avuto origine quella mobilità, quel timore nervoso, e quella esaltazione di fantasia che tutto ingigantiva.
Che una sostanza qualunque vaporosa si sollevasse nel momento della scossa, non può mettersi in dubbio; e vi ebbero molti che ricevettero nelle gambe una sensazione angosciosa di calore, che portava una certa smania interna, come di oppressione al petto, e da me e da altri sensibilmente provata, specialmente la prima mattina del tremuoto de’ 22 maggio.
Altri al primo sollevarsi di questo gas avevano una forte interna emozione. Queste sensazioni erano quasi generali, e specialmente sensibili a quelli dotati di una squisita mobilità, i quali sapevano annunciare impreteribilmente la scossa pochi minuti prima che avvenisse (1).
(1) Dal P. Giuseppe Kaas ho saputo che al tempo dei grandi terremoti andalusi, incominciati il 25 decembre 1884, un religioso Redentorista sapeva predire ogni scossa, parecchi minuti prima che avvenisse, per certe specialissime sensazioni che egli solo riceveva.
In coloro che forti ed imperterriti sentivano le scosse, e ne contemplavano freddamente l’andamento, avveniva qualche volta nella scossa una emozione fisica che non sapevano reprimere a fronte di tutta la loro forza morale, come di una lacrimazione involontaria, o di un forte tremore di membra ».
« I cittadini si erano ancora ben avveduti, che un altro segno per predire il futuro tremuoto era specialmente quello del raglio degli asini, non che il latrato dei cani, il miagolar dei gatti, il cantare dei galli, e simili altri segni in altri animali, come nei cavalli, ecc. In que’ giorni che il tremito era continuo, e frequenti erano le scosse, recava massima inquietezza sentire la smania di quelle bestie. Il raglio de somari per generale consenso era divenuto diverso affatto dal consueto, e sembrava anziché no un grido di dolore.
In genere tutti questi animali erano mesti, benché il tempo di primavera dovesse allora tenerli in brio ».
« Le affezioni nervose sono state molto comuni a tutti quegl’individui delicati e sensibili, ma in grado eminente e con frequenza nelle femmine, producendo forti moti convulsivi, con vomiti e cardialgie, anche con perdita de’ sensi ».
261. — A. 1829, giugno. - Scosse a Frascati, e il 17 una fortissima, 7°. - Dal Seghetti. Scosse quasi tutti i giorni fino al 2 luglio. Nel giorno 4 giugno forti scosse alle 1.30™ e 2™; nel 5 scosse “accompagnate da un rombo che atterriva”; nel 6 forte scossa verso le 20™; nel 9 forti scosse a mezzodì e verso le 16.45™; nel 17 scossa fortissima, la più violenta di tutte, verso le 18. 45™, e i “campanili della chiesa continuarono a tremare per un mezzo quarto d’ora”.
Quantunque non accadesse alcuna rovina: « i nostri vecchi narrano che in quel giorno erano a lavorare nelle vigne e nei campi di biade, e sul punto di lasciare le occupazioni agricole per fare ritorno in Città videro sollevarsi al di sopra di Frascati una densa nube di polvere, e tanto avvertirono traballare il suolo sotto i loro piedi nell’aperta campagna, che quasi alcuno non ardiva avvicinarsi all’abitato per timore di trovarsi dinanzi ad una catastrofe ». Nel 18 forte scossa con detonazioni, e poi fino al 2 luglio qualche scossa mediocre non tutti i giorni.
262. — A. 1832, 17-18 gennaio: notte. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
263. — A. 1832, inverno. - Scosse a Castelgandolfo e Palazzuola, 4°.? - Dal De Rossi.
264. — A. 1832, 13 febbraio: 2-4™. - Due scosse leggere ad Albano, 3°. - Dalle “Notizie” del Malvasia: « Tra le ore 8 e 10 italiane del giorno 13 del corrente sonosi sentite in Albano due leggere scosse di terremoto, le quali non hanno cagionato alcun danno ».
265. — A. 1833, 21 maggio: 14™. - Scossa forte a Frascati e Monteporzio, 5°. - Dal Mercalli.
266. — A. 1834, nell’anno. - Alcune scosse leggere a Castelgandolfo, 3°. - Dal De Rossi (Saggio).
267. — A. 1834, 8 decembre: 7. 30™ circa. - Scossa leggera a Roma e nei Castelli, 3°. - Dal Mercalli.
268. — A. 1835, 14 agosto: mezzanotte. - Scossa forte a Roma, 5°. - Dal De Rossi: « A mezzanotte forte scossa dapprima sussultoria: le mura delle case oscillavano come nave (nota orale) » (Saggio).
269. — A. 1836, 11 gennaio: 4™. - Scosse leggere a Roma e nelle vicinanze, 3°. - Da “Notizie” del Malvasia: « Verso le 4 ant. dell’ 11 corrente si sono intese in questa capitale e nei luoghi circonvicini due leggere scosse di terremoto ondulatorio che per quanto è noto non hanno cagionato alcun danno ».
270. — A. 1836, 15 giugno: 13™. - Scosse leggere a Frascati, 3°. - Dalle stesse Notizie: «Nel giorno 15 corrente, circa all’1™ pom., si intesero a Frascati due leggere scosse di terremoto, non recarono danno ».
271. — A. 1837, 28 maggio: sera. - Scossa mediocre a Velletri, 4°. - Dalle stesse Notizie: « Si sono intese varie scosse di terremoto nei paesi adiacenti al Monte Laziale, il quale, come è noto, è un vulcano estinto. La sera del 28 scorso maggio se ne intese una in Velletri ».
272. — A. 1837, 29 maggio: mattino. - Tre scosse mediocri a Velletri e nei Castelli, 4°. - Le stesse Notizie proseguono: « Nella mattina del 29 altre tre scosse in questa città (Velletri), in Genzano, Albano, Marino, Frascati e nei villaggi vicini: non è accaduto alcun danno ».
273. — A. 1837, 1 giugno. - Parecchie scosse mediocri nei Colli laziali, 4°. - Dal Mercalli.
274. — A. 1838, nell’anno. - Scosse leggere a Castelgandolfo, a Nemi e paesi vicini, 3°. - Dal De Rossi: « Castel Gandolfo. Nell’anno spesse ma lievi scosse, forse più frequenti a Nemi » (Saggio). « Il lago di Nemi dié frequenti scosse ai colli vicini mentre eruttava il Vesuvio » (Boll. del Vulc. Ital. Anno I). Il Vesuvio ebbe tre eruzioni, cioè alla metà di marzo, in agosto e verso la fine di decembre (Mercalli).
275. — A. 1839, nell’anno. - Scosse leggere a Castelgandolfo, a Nemi e paesi vicini, 3°. - Dal De Rossi.
276. — A. 1839, 11 giugno. - Alcune scosse mediocri nei Colli Albani, 4° - Dal Mercalli.
277. — A. 1839, 25 novembre. -Scossa mediocre a Roma, 4° - Dal Mercalli.
278. — A. 1842, 25 ottobre: 12.15™. - Scossa leggera a Tivoli, 3° - Dal Mercalli.
279. — A. 1844, 4 gennaio: 3™. - Parecchie scosse mediocri da SE a Roma, 4° - Dal Mercalli.
280. — A. 1844, 5 e 17-20 giugno. - Parecchie scosse forti a Palestrina e paesi vicini, 5°. - Dal Mercalli e dalle “Notizie” del Malvasia.
281. — A. 1844, 17 luglio. - Terremoto fortissimo a Palestrina e paesi vicini, 7°. - Le “Notizie” suddette colla data del 22 luglio continuano: « Il 17 corrente si senti un tremito della terra più forte degli antecedenti, e tale da cagionare dei danni a parecchi edifizi, per cui molti abitatori o si recarono ai paesi vicini, o si situarono temporaneamente in vari luoghi nelle limitrofe campagne. Niun sinistro essere qui accaduto sulle persone, e che da quel dì niuna benché minima scossa di terra è ritornata. Il terremoto si è inteso con minor forza nelle vicinanze delle terre di Poli e di Zagarolo ». Il Mercalli dice che a Palestrina avvennero alcune altre scosse fino alla metà di agosto.
282. — A. 1845, - 20, 21, 27, 28 gennaio. - Scosse mediocri a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
283. — A. 1846, 29 luglio: 2125™. - Scossa forte a Roma, 5°. - Dal Mercalli.
284. — A. 1847, 22-23 agosto. - Alcune scosse mediocri a Roma, 4°. - Dal medesimo.
285. — A. 1848, 25 giugno: 16.40™. - Scossa molto forte N-S a Roma, e poi una leggera, 6° - Dal Mercalli.
286. — A. 1848, luglio: 14™. - Scossa forte a Castelgandolfo, sentita anche a Roma. 5°. - Dal De Rossi.
287. — A. 1848, 8 ottobre: 19.30™. - Alcune scosse mediocri a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
288. — A. 1848, 10 ottobre: 1™. - Altre scosse mediocri a Roma, 4°. - Dal medesimo.
289. — A. 1849, nell’anno. - Scosse e rombi senza scossa a Castelgandolfo, 5°. - Dal De Rossi: « Durante l’anno parecchie scosse e vari rombi senza sensibile movimento di suolo » (Saggio).
290. — A. 1849, 1 decembre: 8™; 9.45™; 10.30™. - Parecchie scosse molto forti a Roma, e una durata 34 secondi, 6°. - Dal Mercalli.
291. — A. 1849, 6 dicembre: 20.45™. - Scossa molto forte di 40 secondi a Roma, 6°. - Dal medesimo.
292. — A. 1849-52. - Scosse molto forti e frequenti a Frascati, 6°. - Il Seghetti ricorda che: « parecchie notti dall’ansia affettuosa della diletta genitrice veniva abbracciato e tolto di letto, tra il suono de’ campanelli, il tremito dei mobili, la caduta di calcina dai soffitti, e di qualche soprammobile ».
293. — A. 1850, 28 gennaio: 9™. - Scossa forte a Frosinone, 5°. - Dal Mercalli.
294. — A. 1850, 25 luglio circa. - Scossa forte ad Artena, 5°. - Dal medesimo.
295. — A. 1852, estate: 10™ circa. - Scossa mediocre a Velletri, 4°. - Avvertita da me e da molte altre persone.
296. — A. 1853, 6 agosto: 8. 25™. - Scossa leggera a Roma. - Dal Mercalli.
297. — A. 1855, 29 maggio: 4™. - Scosse molto forti a Frascati e luoghi vicini 6°. - Dal Baratta: « A Frascati scossa ondulatoria NNW-SSE, seguita da quattro repliche successive sì violente da sgomentare gli abitanti. Pare abbiano avuto il loro centro nelle vicinanze di detta città: furono intese ad Ariccia, a Galloro, a Genzano, a Monte Porzio ed a Colonna ».
298. — A. 1855, 29 giugno: 4.03™ e 12.45™. - Scosse molto forti a Frascati e nei luoghi vicini, 6°. - Dal medesimo: « Il 29 giugno, a 4.03™ ant., a Frascati brevissima scossa ondulatoria N-S, la più intensa del periodo sismico: si fece sentire perfino sul littorale di Castel Porziano, di Pratica e di Ardea. A questa tennero dietro repliche di intensità sempre decrescente a 4.30™, a 5.15™, ed a 5. 36™. ant.; quella delle 5. 45™ e 7.20™ ant. furono quasi impercettibili. Alle 0.46™ pom. nuova violenta scossa sussultoria preceduta da rombo; sparse il terrore in Frascati, si propagò nei paesi circonvicini e fu sentita a Roma, però nella sola sponda sinistra del Tevere.
299. — A. 1855, 29-30 giugno. - Altre scosse forti a Frascati, 5°. - Il Baratta prosegue:
«Nella notte 29-30 quattro repliche, e nella giornata susseguente altre meno intense».
300. — A. 1855, nell’anno: 10™. - Scosse mediocri a Castel Gandolfo, 4°. - In giorno di festa, verso le 10™ ant., tre scosse a breve intervallo (Saggio).
301. — A. 1856, 29 aprile: 22.45™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
302. — A. 1856, nell’anno, - Alcune scosse mediocri nei Colli Albani, 4°. - Dal De Rossi (Saggio).
303. — A. 1857, 31 gennaio: mattina. - Scossa mediocre nella Campagna Romana, 4°. - Dal Mercalli che mette in dubbio il luogo.
304. — A. 1857, 11 ottobre: 21.30™. - Scossa mediocre ed altra leggera a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
305. — A. 1858, 24 maggio: 3.30™. - Scossa mediocre ed altra leggera a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
306. — A. 1858, 25 luglio: 18.07™. - Scossa mediocre ed altra leggera a Roma N-S, 4°. - Dal medesimo.
307. — A. 1858, 22 agosto: 13.30™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal medesimo.
308. — A. 1858, 12 novembre: 5.13™. - Scossa mediocre E-W a Roma, 4°. - Dal medesimo.
309. — A. 1858, 18 novembre: 21™. - Scossa leggera a Roma, 3° - Dal medesimo.
310. — A. 1858, 29 novembre: 1™. - Altra scossa leggera a Roma, 3° - Dal medesimo.
311. — A. 1859, 24 aprile: 2.03™. - Scossa mediocre E-W e poi due sussultorie a Roma, 4°. - Dal medesimo.
312. — A. 1859, 30 aprile: 18.15™. - Scossa mediocre E-W a Roma, 4°. - Dal medesimo.
313. — A. 1859, 1° maggio: 0. 45™, 1™, 1.10™, e 1.23™. - Scosse leggere a Roma, 3°. - Dal medesimo.
314. — A. 1859, 3 giugno: 1. 15™. - Scossa mediocre a Roma, 4°. - Dal medesimo.
315. — A. 1859, 12 giugno: 3.20™. - Due scosse leggere E-W e alle 3.30™ altra sussultoria a Roma, 3° - Dal medesimo.
316. — A. 1859, nell’anno. - Scossa « molto sensibile» a Frascati, cioè forte, 5°. - Dal Seghetti. Probabilmente questa scossa fu una di quelle avvertite a Roma, le quali dovevano derivare da qualche punto dello spento vulcano laziale.
317. — A. 1860, 8 aprile: 1.45™. - Scossa forte a Roma, 5°- Dal Mercalli.
318. — A. 1860, 18 settembre: 1.15™. - Altra scossa forte a Roma, 5°. - Dal medesimo.
319. — A. 1861, gennaio. - Scossa forte a Frascati, 5°. - Dal De Rossi: « Terremoto in Frascati che produsse il suono dei campanelli in alcune case ». (1)
320. — A. 1861, 18 maggio: 10™. - Scossa forte E-W a Roma, 5°. - Dal Mercalli.
321. — A. 1861, 18 luglio: 16.50™. - Scossa forte E-W a Roma, 5° - Dal medesimo.
322. — A. 1861, 22 agosto: 14.44™. - Scossa mediocre 8W-NE e poi due sussultorie leggere a Roma, 4°. - Dal medesimo.
(1) “Intorno ai fenomeni concomitanti l’ultima eruzione vesuviana, avvenuti nella zona vulcanica dell’Italia”, notizie ed osservazioni del cav. prof. Michele Stefano De Rossi. Roma 1872.
323. — A. 1861, 12 decembre: 7.10™. - Scossa molto forte a Monteporzio e luoghi vicini, 6°. - Dal De Rossi, che ebbe la notizia dal canonico Sassi: « Triplice scossa di 12°, a Frascati fu forte: alla Rufinella fece suonare i campanelli »(Saggio). Il Mercalli dice che a Roma fu mediocre NW-SE.
324. — A. 1862, 13 luglio: 1™. - Scossa mediocre NE- SW a Roma, 4°. - Dal Mercalli.
325. — A. 1862, 28 luglio: 2™ e 2.40™. - Due scosse a Roma, la seconda forte, 5°. - Dal medesimo.
326. — A. 1864, marzo. - Scosse mediocri a Sezze, 4°. - Da una lettera al P. Secchi: « Il terremoto si è fatto sentire cinque volte. Queste furono, la prima nel dì 19 Marzo alle ore 6 e 6 minuti antimeridiane; la seconda nel dì 20 d’ore 5 antim.; la terza nel dì 27, alle ore 9 e minuti 12 pom.; la quarta nel dì 28, ore 2½ antim.; la quinta nel dì 29, ore 5½ antim.; tutte di un minuto secondo ed ondulatorie ».(1)
327. — A. 1865, 31 maggio: 22.50™. - Scossa leggera N-S a Roma, 3° - Dal Mercalli.
328. — A. 1866, 18 giugno: 23.49™. - Scossa leggera SSW-NNE a Roma, 3° - Dal medesimo.
329. — A. 1867, 30 marzo: 22™. Due scosse leggere E-W a Roma, 3°. - Dal medesimo.
330. — A. 1867, 2 giugno: 1.15™. - Scossa leggera E-W a Roma, 3°. - Dal medesimo.
331. — A. 1867, 22 giugno: 23™. - Scossa leggera ad Albano, 3°. - Vedi numero seguente.
332. — A. 1867, 23 giugno: 1™ circa. - Scosse molto forti nei Castelli romani, 6°. - Da una lettera dell’ingegnere Okely, al P. Secchi, nella quale si parla di tre scosse: « La prima accadde, sulla mezzanotte; la seconda a un’ora precisa dopo la mezza notte, e la terza alle due in circa. In tutti questi casi le oscillazioni erano perfettamente verticali senza la minima mozione orizzontale.
(1) “Bullettino meteorologico dell’Osservatorio del Collegio Romano” con corrispondenza e bibliografia per l’avanzamento della Fisica Terrestre, compilato dal P. Angelo Secchi d. C. . Direttore del medesimo Osservatorio. Anno III, Roma 1864.
La seconda scossa era la più forte ed era immediatamente seguita da una forte detonazione. Tutte le scosse erano abbastanza pronunziate da produrre un tramestìo delle piccole cose di mobilio nella camera distintamente udito non ostante il più forte rumore delle fenestre. Se si può dalla sola sensazione giudicare della direzione, pare che questa fosse da Sud-Est a Nord-Ovest » . Il P. Secchi aggiunge: « Da una lettera del Sig. Ab. De Thury pubblicata nel giornale “Le Mondes” (11 Luglio 1867) leggiamo confermata la stessa cosa con qualche piccola variazione. La prima scossa leggera si dice avvenuta alle undici della sera: le altre due poi a 53 minuti dopo la mezza notte e a breve intervallo l’una dall’altra » (Bull. meteor. Anno VI).
E dal De Rossi abbiamo: « Giugno 23. Castel Gandolfo: 1™, e 2.30™ ant. circa scosse fortissime ondulatorie con intensa detonazione. In Albano, Ariccia, il terremoto fu sussultorio e sì violento che tutti fuggirono da casa. A Palazzola suonò la campana della porteria » (Saggio).
333. — A. 1807, 4 settembre: 17.15™. - Scossa leggera a Frascati, 3°. - Dal P. Secchi: « Il giorno 4 del corrente mese di settembre alle cinque e un quarto pomeridiane fu sentita in Frascati una leggera scossa di terremoto ».
334. — A. 1867, 6 settembre: 20.15™. - Scossa mediocre a Frascati, 4°. - Il P. Secchi prosegue: « Un’altra mediocre scossa ondulatoria avvenne pure il giorno 6 alle ore otto: e un quarto pomeridiane ».
335. — A. 1867, 7 settembre: 0.30™. - Scossa mediocre a Frascati, 4°. - Dal De Rossi: «Alle ore 12,30 ant. scossa e sensibile in Frascati. All’albeggiare sentivasi nell’aria forte odore di solfo » (Intorno ai fenomeni ecc.).
336. — A. 1867, 15-16 settembre: notte. - Scossa mediocre a Frascati, 4°. - Dallo stesso.
337. — A. 1867, 15-16 settembre: notte. - Scossa leggera a Frascati, 3°. - Dal De Rossi: «Nella notte una scossa avvertita da pochi » (Saggio).
338. — A. 1867, 19 decembre: 0.30™. - Scossa forte a Subiaco, 5°. - Da una lettera dell’ingegnere A. Alvarez al P. Secchi: « Ad una mezza ora circa dopo la mezzanotte si è intesa qui una forte scossa di terremoto ondulatorio » (Bull. cit.).
339. — A. 1868, 13 giugno: 23.15™. - Scossa mediocre a Palazzola sul lago di Albano, 4°. - Dal De Rossi: « A 3™ ore di notte terremoto non avvertito al pianterreno, si bene da tutti nei piani superiori: fece suonare due volte la campana della porteria » (Saggio).
340. — A. 1868, 17 giugno: 23.30™. - Scossa mediocre a Castelgandolfo, 4°. - Dal De Rossi.
341. — A. 1868, 3-4 agosto: mezzanotte. - Scossa forte a Subiaco, 5°. - Dal P. Secchi: « Il Sig. ingegnere Alvarez ci ha scritto da Subiaco, che nella notte del 3 al 4 Agosto verso la mezza notte s’è intesa da moltissimi una scossa di terremoto ondulatorio » (Boll, meteor. Anno VII).
342. — A. 1868, 11 agosto: 17.40™. - Scossa mediocre a Tivoli, 4°, - Dallo stesso P. Secchi: « Il R. P. Ciampi ci ha scritto da Tivoli che il giorno 11 agosto alle ore cinque e quaranta minuti pomeridiane fu intesa una scossa di terremoto abbastanza sensibile nella parte alta della città e più ancora nelle vicinanze del tempio della Sibilla, nella direzione di Nord-Ovest a Sud-Est. Le oscillazioni sensibili furono due, e durarono due secondi ».
343. — A. 1869, 29 marzo: 23.30™. - Scossa mediocre a Castelgandolfo, 4° - Dal De Rossi “Intorno”.
344. — A. 1869, 30 marzo: 2™. - Altra scossa mediocre a Castelgandolfo, 4°. - Dal medesimo.
345. — A. 1869, luglio: 23.30™. - Scossa forte in alcuni Castelli Romani, 5°. - Dal medesimo: « Fu avvertita (in un giorno di luglio) una forte scossa di terremoto in Albano, Ariccia e Genzano, e non fu sentita punto a Rocca di Papa ».
346. — A. 1869, 24 luglio: 2. 30™. - Scossa forte a Genzano e ad Ariccia, 5°. - Dal medesimo: « Forte scossa (a Genzano) con replica circa 10 min. dopo. Suono di campanelli, fuga dalle case. Uguale intensità pare abbia avuto ad Ariccia. Detto terremoto passò inosservato a Rocca di Papa » (Saggio).
347. — A, 1869, 18 dicembre. - Scossa mediocre a Roma e a Frascati, 4°. - Dal Mercalli.
348. — A. 1870, 7 gennaio: 23.40™. - Scossa forte a Velletri e nei Castelli romani, 5°. - Io mandai così al P. Secchi la prima notizia: « Il giorno 7 corrente alle 11.40™ pom. s’avvertì una forte scossa della durata di quattro secondi circa, la quale era stata preceduta da altre più deboli. Sembra che l’oscillazione fosse ad un tempo orizzontale e verti cale » (Bull. cit. Anno IX).
Il De Rossi dice: « Rocca di Papa, 11½™ pom. scossa assai sensibile: fu sensibilissima a Monte Cavo e soprattutto a Velletri e nella macchia tra questa città e la Rocca. A Frascati fu più forte che a Rocca di Papa » (Saggio).
349. — A. 1870. 8 gennaio: 1.30™ circa. - Altra scossa mediocre negli stessi luoghi, 4°. - Dal De Rossi.
I fenomeni registrati ai n. 207, 212, 216, 217, 219, 221-240, 242-255, 261-280, 282-295, 300-822, 324-349 non si trovano nel catalogo del Baratta.
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