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CAPITOLO SECONDO
Terremoti nei primi dieci secoli dell’Era Volgare
21. — Anni 2, 3 e 7 d. C. - Terremoti a Roma, 5° ? - Il Baglivi nota che in questi anni: « Roma tremuit », e non aggiunge altro. (1)
22. — A. 15. - Gran terremoto a Roma, 9°. - Il Baratta dice che: « secondo il Seto (Opus. Chronol.) una scossa assai gagliarda atterrò gran parte delle mura di Roma ». (2)
23. — A. 20. - Terremoto fortissimo a Roma, 7°. - Dal Baratta: « Secondo alcuni cronisti, avvenne un veemente terremoto, che il Morigia dice essere stato accompagnato da grandi portenti, fra cui l’incendio del Teatro di Pompeo ».
24. — A. 26. - Terremoto fortissimo a Roma, 7°. - Ancora dal Baratta: « Il Bardi afferma che in tale anno Roma fu danneggiata dal terremoto ».
(1) Georgii Baglivi, Medic. Theoretic. in Romano Archylic, Prof., Societatis Londinensis, Academ. Inip. Leop. etc. Collagae, Opera omnia medico-praetica, et anotomica. Editio postrema Veneta emendatissima… Venetiis, MDCLIL - Il Baglivi reca qnesta citazione: Paul Morig. l. 7.: ma nessuna delle opere pubblicate dal gesuita Paolo Morigia si compone di sette libri, stando all’elenco che trovo in una biografia di lui.
(2) Mario Baratta: Terremoti d’Italia - Torino, 1901.
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Giorgio Baglivi, Ragusa 8 sett. 1668 - 15 giug. 1707, da padre armeno e madre italiana, medico e scienziato, detto anche l'Armeno [Georgius Baglivus, o George o Georgii Baglivi].
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25. — A. 60. - Terremoto a Roma, 5° ? - Da Eusebio Panfilo vescovo di Cesarea: « Terraemotus Romae et solis defectio ». (Eitsebii Caesar. Chronicon Hieronymo interprete). (1)
26. — A. 69. - Terremoto disastrosissimo nell’Abruzzo, inteso anche a Roma, 8°. - Plinio così ne parla, dopo aver descritto un altro grande terremoto del Modenese: « Non minus mirum ostentum et nostra cognovit aetas, anno Neronis principis supremo... pratis oleisque, intercedente via publica, in contrarias sedes trasgressis, in agro Marrucino, praediis Vectii Marcelli, equitis Romani, res Neronis procurandis ».
Veramente da questo racconto non risulterebbe chiaro che il terremoto invadesse il suolo romano; ma il Baratta aggiunge che: « fu scossa anche Roma ove, al dir del Sabellico, il movimento sismico fu accompagnato da grandi fragori ».
27. — A. 85. - Terremoto disastrosissimo a Roma, 10°. - Il Baglivi, colla citazione Bard. Chronol., l’accenna appena così: « Anno 85. tempore s. Cleti Papae fere tota corruit Roma ».
28. — A. 94. - Altro terremoto forse ancora più disastroso a Roma, 10°. - Il Baglioni prosegue: « Imo peius anno 94 ».
29. — A. 115. 13 decembre. - Terremoto a Roma ?° - Il Baglivi scrive cosi: « Anno 100. Romae terraemotus fuit, et usque ad Antiochiam, ubi Caesar Traianus tunc morabatur, pervenit, "teste Dione" ».
Ma il celebre terremoto, che accompagnato da turbine spaventoso e da fulmini subissò Antiochia, avvenne il 13 decembre del 115 e non nell’anno 100; (2)
e Dione Cassio, che descrive quel terremoto, non accenna punto a scosse avvertite in Roma o in altre parti lontane della regione devastata. (3)
Ad ogni modo è certo che, se Roma veramente fu scossa, il moto sismico non parti dal Lazio propagandosi fino ad Antiochia, e si deve ritenere come fenomeno puramente locale.
(1) Il Mercalli registra terremoti a Roma negli anni 48, 51, 52, 56 e 60, citando il Capocci, che nel 1861 pubblicò un "Catalogo di tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie", e poi due Memorie addizionali. Il Baglivi dice soltanto: « Anno Christi 53 et 56. Romae, Neapoli et per totam Italiam ».
Peccato che queste ed altre notizie, tanto magre, ci siano venute di terza e quarta mano, di guisa che è quasi impossibile ripescarne l’origine.
(2) "Storia dell’Impero Romano" del Dott. G. F. Hertzeberg. Milano, 1895.
(3) Dione Cassii Cocceiani "Historae Romanae" Lib. LXVIII.
30. — A. 116 o 117. - Terremoto disastroso a Roma, 9°. - Dal Baratta: « Il Bardi afferma che molti edifici furono in Roma dal terremoto in tale anno (116) rovinati. Secondo altri questo scuotimento sarebbe avvenuto nel 117 ».
31. — A. 139, 147, 173, 174 e 181. - Terremoti e maremoto (a Roma ?°), 6-10° - Il Baglivi, comprendendovi anche il caso precedente, scrive: « Anno 117, 139, 181, terraemotus, et Cometes fuere; Bozz. de sig. Eccle. Deit 2 e 3. Anno 147. intumuit nimium Tybris, tremut terra, mare Mediterraneum usque ad montium summitates aquas jaciebat, ex Dione ».
E poi aggiunge gli anni 173 e 174. Ma anche qui osservo che Dione non nomina Roma né l’Italia; e che il maremoto demolì una collina, forse una duna, e gittò entro terra l’acqua spumeggiante.
32. — A. 191. - Terremoto leggero a Roma, con incendio, 3°. - Erodiano così narra: « Maximum autem nefas cum in praesens dolorem attulit, tum in futurum pessimo augurio universos conterruit. Nam cum neque imbres ulli, neque nubes, tantumque exiguus terraemotus antecessisset, seu nocturni casu fulminis, sive igni aliquo in ipso terrarum motu velut extrito, totum de improviso Pacis templum consumptum incendio est: quod unum scilicet opus cunctorum tota urbe maximum fuit, atque pulcherrimum: item templorum omnium opulentissimum, egregieque munitum, multoque ornatum auro et argento». (1)
33. — A. 223, 9 e 17 settembre. - Terremoti fortissimi a Roma, 7°. Dal Baratta: « In Roma al 9 settembre terremoto fortissimo che replicò poi al 17 dello stesso mese “. La notizia è tolta dal Bonito. (2)
(1) Herodiani, De Romaiioruni Imperatorum vita post Marcum uviuz ad Gordianum Nepotem, Libri Vili. Angelo Politiano interpi ete Patavii, M.DC.LXXXV.
(2) Bonito M. "Terra tremante, ovvero dei terremoti dalla Creatione del mondo fino al tempo presente", Napoli, 1691.
34. — A. 258. - Terremoto disastrosissimo a Roma e maremoto, 10°. - Dal Benincasa: « In Roma furono udite voci (rombi) spaventevoli, che tutti spaurirne che fu gran terremoti che rovinarono più di mille Case ed il Mare crebbe tant’alto, che sommerse molte Città, e per più giorni continui fa bisogno adoperare i lumi, perché il Sole s’oscurò in medo, che pareva mezza notte, et era mezzo giorno (!)». (1)
È manifesto che qui le circostanze sono molto esagerate, e che quelle di Roma vengono confuse con quelle della Calabria. Forse si riferiscono a due terremoti distinti.
35. — A. 262. - Terremoti a Roma, 5° ?. - Il Mercalli dice soltanto: « Roma ed in Asia Minore più scosse ».
36. — A. 304, 21 gennaio, - Terremoto fortissimo a Roma, 7°. - Dal Baratta, che prende la notizia dal Bonito su "Terra tremante": « Nel giorno in cui fu sepolta S. Agnese terremoto fortissimo ».
Pel Calendario Gregoriano la data cadrebbe dal 23 al 24 gennaio. Si legga l’avvertenza sul caso seguente.
37. — A. 306, 2 (4-5) novembre. - Terremoto disastrosissimo a Viterbo, 10°. - Il Baratta, che toglie la notizia da P. Bussi (Istoria della città di Viterbo, 1712), riferisce:
« Terremoto violento ed impetuoso che rovesciò molti edifici e ridusse in un mucchio di rovine anche il gran tempio d’Ercole ». Ma aggiunge: « La notizia di questo terremoto deve però essere accolta con riserva, dicendolo le cronache avvenuto al momento della decapitazione di S. Valentino ed Daria: ciò vale pure per il precedente».
Ed io aggiungo per mio conto che dall’anno 252 al 312 circa le cronache narrano spesso di terremoti nel martirio dei cristiani. Ne conosco una diecina di casi, e certamente se ne incontrano altri. Ma faccio osservare che in quei 60 anni i cristiani ebbero a soffrire ben quattro persecuzioni, dalla decima alla tredicesima due delle quali, cioè la 10^ di Decio e la 13^ di Diocleziano e Massimiano, furono le più estese e le più feroci di tutte le altre, da quella di Erode Agrippa in poi. In tante migliaia di uccisioni per tutte le provincie dell’Impero Romano, e in un lasso di tempo così lungo, non è a meravigliare se 15 o 20 martini si consumassero in giorni di terremoto, o in giorni immediatamente prossimi.
L’accanimento dei persecutori e l’orrore delle stragi fecero si che la pietà dei cristiani vedesse una connessione negli avvenimenti. Anche ai nostri giorni il popolo vede dipendenze simili tra fatti assolutamente indipendenti e fortuiti.
(1) “Almanacco Perpetuo” di Rutilio Benincasa Cosentino, con la Terza Parte, et fisonomia Naturale dell’istesso Autore. Di nuovo aggiuntovi in questa ultima impressione molte, e varie curiosità; come anco corretta et accomodata à questi nostri tempi da Ottavio Beltrano, di Terranova di Calabria Citra, Opera molto
necessaria, dilettevole, fruttuosa et utile. Cosi ad Astrologi, Medici, Agricoltori Nocchieri, come a qualsivoglia altra curiosa persona… In Napoli, per il Beltrano, MDCXXXIX.
38. — A. 324, 6 (8-9) agosto. - Terremoto disastrosissimo nella Campania, 9° ? - Dal Baratta: « Il Seto e il Sigonio citati dal Bonito ricordano questo terremoto disastroso in Campania, per il quale sarebbero cadute 12 o 13 città ». È assai probabile che si propagasse nel Lazio.
39. — A. 344, 11 (13-14) aprile. - Altro terremoto disastrosissimo nella Campania. 9° ? - Ancora il Baratta: « Secondo Teofane e Cedreno all’ 11 aprile terribile terremoto nella Campania, per il quale furono distrutte parecchie (12) città: fu inteso anche a Roma. Il Bonito è d’avviso che sia e identico a quello del 324: il Capocci invece li ritiene distinti». E credo a ragione perché è troppa la differenza dei mesi e dei giorni.
40. — A. 348. - Altro terremoto rovinoso nella Campania, e per 3 giorni forte a Roma, 6-8°. - Ne parla S. Girolamo che allora aveva pochi anni di età: « Tribus diebus et tribus noctibus Roma nutavit, plurimaeque Campaniae urbes vexatae ».
Mi pare che questo non possa confondersi col caso precedente, sebbene il terremoto fosse più violento nella Campania che a Roma, dove però le scosse si ripeterono per tre giorni: circostanza caratteristica, e tuttavia non indicata per quello del 344.
Forse lo scuotimento venne da un epicentro anche più lontano, cioè dalla Dalmazia o dalla Grecia, con uno spaventoso maremoto, poiché lo stesso S. Girolamo in altro luogo dice: « Audivi quemdam Arcopolitem, sed et omnis civitas testis est, motu terrae magno, in mea infantia, quando totius orbis littus transgressa sunt maria, cadem nocte muros urbis istius corruisse ». (1)
Il Baglivi registra terremoti a Roma negli anni 336, 344 e 349. Il Marcalli ne registra uno nel 346, disastrosissimo nella Campania, fortissimo a Roma e a Durazzo (luoghi citati). Probabilmente questi fatti sono compresi in quelli che ho recati dal N. 38 al 40.
41. — A. 382. - Terremoto a Roma, 5° - Il Baglivi dice soltanto: « Cum horrendo Comete ».
42. — A. 392. - Terremoto fortissimo a Roma, 7°. - Dal Baratta: « Secondo il Bardi (citato dal Bonito). Roma in tale anno ebbe a subire danni a causa del terremoto ».
43. — A. 408. - Terremoto a Roma per 7 giorni, 6° (?) - Dal De Rossi: « Nel 408 per sette giorni muggì e tremò la terra nel vero Foro della Pace ». (2). Ma il Mercalli mette in dubbio l’avvenimento.
44. — A. 441 o 442 o 443. - Terremoto disastroso a Roma, 9°. - Dal Moroni: « Verso l’anno 442 un tremendo terremoto aveva danneggiato l’Anfiteatro (Flavio), che fu ristorato da Rufo Cecina prefetto di Roma, il quale rifece di nuovo il piano dell’arena, il podio, e le porte posteriori, e ristabilì i gradini ». (3)
Il De Rossi assegna questo terremoto al 443, e dice che « caddero molte statue, ruinarono i portici nuovi e l’Anfiteatro predetto ne fu tutto scosso ».
(1) Operum D. Hieronymi... Romae, in aedibus Popoli Romani MDLXXI.
(2) “Le fratture vulcaniche laziali ed i terremoti del gennaio 1873”. Studi del cav. prof. Michele Stefano De Rossi, Roma. - In quell’anno medesimo le scosse a Costantinopoli continuarono per 4 mesi. « Trigesimo deinde imperii Theodosii anno (408), terraemotos magni facti sunt Constantinopoli per quatuor menses ».
(3) “Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni …” Compilazione del cavaliere Gaetano Moroni Romano, primo aiutante di camera di Sua Santità Gregorio XVI. In Venezia dalla Tipografia Emiliana MDCCCXLII.
45. — A. 454 e 455. - Terremoto rovinoso a Roma, 8° ? - Dal Baratta: « Il Bonito, seguendo il Bardi, dice che un terremoto nel 454 fece rovinare il circo di Roma, il quale edificio fu di bel nuovo da altra scossa distrutto, secondo lo stesso autore, nel 455 ».
Notizie certamente molto esagerate.
46. — A. 467. - Terremoto rovinoso a Roma, 8°. - Dal Baratta: « Secondo il Bardi, nel 467 vi sarebbe stato un terremoto in Roma con grande danno ».
47. — A. 477. - Scosse a Roma per 40 giorni, 5° - Dal Baglivi: « Perduravit (terraemotus) 40 diebus ».
48. — A. 492. - Terremoto a Roma, 5°. - Notato dal Mercalli.
49. — A. 608. - Terremoto rovinoso a Roma, 8°. - Dal Moroni: « Nell’anno 608, essendosi rovinato il podio, e sprofondata l’arena per un altro fortissimo terremoto, cagionato da un vulcano (?) Decio Mario, altro prefetto di Roma, accorse a riparare i danni ».
50. — A. 663. - Terremoto rovinoso a Roma, 8° - Il Baratta, che prende la notizia del catalogo del Capocci riferisce: « Terremoto che infierì, secondo Cluverio, 40 giorni a Costantinopoli e rovinò anche Roma »
Ed aggiunge a ragione: « Sono certamente stati fenomeni non contemporanei ».
51. — A. 657. - Il Mercalli dice solamente: « A Roma molte scosse » (1. e), 6.
52. — A. 686. - Terremoto a Roma, 5° ? - Dal Baglivi, il quale dice: « Cum inundatione Tyberis, et horrenda pestilentia ».
53. — A. 614, agosto. - Terremoto fortissimo a Roma, e altrove, 7°. - Lo ricorda cosi Anastasio Bibliotecario: « Anno Christi 614 », Heraclii Imper. 5. Eodem tempore factus est terraemotus magnus mense Augusto indictione undecima ». (1)
Il Mercalli aggiunge: « In tutta Italia ».
(1) Anastasius Bibliothecarius “De Vitis Roman. Pontif.” Deusdedit (Muratori Rerum Italicarum Scriptores).
54. — A. 637. - Terremoto a Roma, 5°. - Lo nota il Mercalli sull’autorità del Capocci.
55. — A. 739 e 780 - Terremoti fortissimi a Roma, 7°. - Così il Moroni: « Sembra che sino a questi tempi (secolo VIII) le invasioni di Alarico, Genserico, ed Odoacre lo avessero risparmiato (il Colosseo), e che piuttosto dai fieri terremoti del 739 e 780, e dalle barbarie de’ secoli seguenti ripetesse l’edifizio la sua rovina ». (1)
56. — A. 790. - Terremoti molti a Roma, 5°. - Dal Baratta: « Il Bonito seguendo il Bardi, dice« che nel 790 si sentirono molti scuotimenti in Roma ».
57. — A. 801, 29 aprile, alle 21,15 circa. - Terremoto disastroso nell’Umbria, rovinoso a Roma, 8°. - Negli “Annales Bertiniani” al cap. Pippinus si legge: « Rex (Carlomagno) post Pascha a Roma digressus Spoletium venit. Ibi dum esset 11 Kal. Maij hora noctis secunda terraemotus maximus factus est, quo tota Italia graviter concussa est. Quo motu tectum Basilicae Beati Pauli Apostoli magna ex parte cum suis trabibus decidit; et in quibusdam locis urbes, et montes ruerunt ». (2)
Pare che l’epicentro sismico fosse a settentrione dell’Umbria.
58. — A. 847, giugno - Terremoto disastrosissimo a Benevento, forte a Roma, 6-7°. - Nel Beneventano Isernia fu quasi distrutta: molte vittime, dal Baratta: « Fu sentito, secondo il Sigonio, molto fortemente a Roma e ad Ancona, ove apportò terrore ».
59. — A. 896. - Terremoto rovinoso a Roma, 8°. - Dal Baratta: « In Roma un terremoto violentissimo fece abbattere gran parte della basilica di S. Giovanni in Laterano, l’altra rimase solo lesionata. Fu sentito, dicesi, in tutta Italia. Alcuni, fra i quali il Moroni:
lo pongono nell’ 897.
60. — A. 911. - Terremoto a Roma, 5°. - Dal Baglivi, il quale ne ricordi un altro per l’anno 1000: ma, come bene osserva il Baratta, le notizie di quell’anno, senza indicazione di circostanze, sono assai sospette, perché create, o almeno enormemente esagerate, dalle allucinazioni e dalle suggestioni dei millenari.
I terremoti registrati ai numeri 25, 29, 31, 40, 41, 43, 47, 51, 52 e 60 non si trovano nel catalogo del Baratta.
(1) Il Moroni afferma: « Il venerabile Beda (ora si dice Beda Venerabile), il quale fiori nell’ottavo secolo… chiaramente indica col noto vaticinio, che allora il monumento era ancora intero, esprimendosi: « Quandiu stabit Coliseus stabit et Roma: quando cadet Coliseus cadet et Roma: quando cadet Roma cadet et mundus ».
Ecco la prima volta che l’anfiteatro Flavio viene chiamato Coliseos.
(2) Muratori: « Nel testo stampato è dubbio se debba leggersi 11 Kal. ovvero II Kal. Preferisco la prima interpretazione, perché la seconda forma non si usava, ma si diceva invece “pridie Kal”.
Quel giorno (22 aprile) corrisponde al 29 aprile dell’801 secondo il Calendario Gregoriano.
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