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I   PRIGIONIERI   DI   CAMPOMORTO


ROSSETTO DA CAPUA (Rosso Fieramosca, Pietro Rosso da Capua) (1420 - †nov. ‘85) Barone di Camigliano. Padre di Rinaldo Fieramosca. Partecipa alla battaglia di Campomorto, dove interviene con i suoi fanti quando gli avversari si impadroniscono delle fortificazioni poste alla difesa del campo. Cantavan di lui:
         "Rossetto italian con gran furore
         usciva della chiesa in tanta fretta,
         com'uom, che vuole aver fama e honore,
         e con la sua brigata molto stretta.
         Sul verde smalto con costor s'affronta,
         percotendo di dardo, e di saetta."
Catturato, viene condotto a Velletri e poi a Roma ed è liberato in breve tempo.
Uomo d’arme molto prode, capitano valoroso e devoto alla Casa d'Aragona, tra i più antichi e fedeli veterani della cavalleria regia.


ANTONIO DA TOLENTINO (Antonio Mauruzzi) (†1507) Conte. Figlio di Baldovino, padre di Niccolò, suocero di Giovan Francesco Gambara, genero di Guido Rangoni. Viene ferito alla fronte alla battaglia di Campomorto. Valoroso soldato al servizio dei napoletani.

GIACOMO DELLA MOTELLA (Giacomo da Martinengo) (†marzo 1484) Signore di San Zeno Naviglio. Padre di Taddeo, genero di Bartolomeo Colleoni, cognato di Gerardo e Gaspare da Martinengo e di Niccolò da Correggio. Viene ferito e fatto prigioniero nella battaglia di Campomorto, dove ha modo di distinguersi per il suo valore. Capitano valoroso, uomo bellicoso, famoso per la forza del corpo.

TEODORO DA TRIVULZIO (Girolamo Teodoro da Trivulzio) di Milano (1454 - †novembre 1532). Guelfo. Conte di Lauria, Marchese di Pizzighettone. Signore di Borgomanero, Maccastorna, Melzo, Formigara. Fratello di Renato, cugino di Gian Giacomo, suocero di Gianfrancesco, zio di Renato e di Paolo Camillo. Insignito dell’ordine di San Michele. È al soldo dei napoletani, viene ferito nella battaglia di Campomorto.

TADDEO DELLA MOTELLA (Taddeo da Martinengo) (†gen. 1524) Figlio di Giacomo, padre di Marcantonio, suocero di Soncino Benzoni. Viene sconfitto e fatto prigioniero insieme al padre nella battaglia di Campomorto. Condottiero fedelissimo.

GIOVANNI ALBANESE (Giovanni Sberle) (†1530 ca.) Milita come uomo d’arme. È catturato nella battaglia di Campomorto. È forse la sua prima battaglia, in tutte le altre azioni lo si trova molto spesso al soldo dei veneziani.

PIETRO PAOLO DELLA SASSETTA (†1510 ca.) Fratello di Giacomo, padre di Rinieri. Viene nominato maggiordomo dal duca di Calabria Alfonso d’Aragona. È fatto prigioniero nella battaglia di Campomorto. Strenuo condottiero.

ANTONIO TODESCHINI PICCOLOMINI (1435 - Napoli †1493) Duca di Amalfi, Conte di Celano, Barone di Balsorano, nipote di Papa Pio II e fratello di Pio III. Sposa a Napoli nel 1458 Giovanna di Aragona (1440 - †1460), figlia di Ferdinando I d’Aragona re di Napoli, e Diana Guardato.
Antonio nel 1463 sposa in seconde nozze Donna Maria Marzano d’Aragona (1448 - †1494), nipote di Ferdinando I d’Aragona, quindi figlia della sorella Eleonora del re di Napoli e di Marino Marzano. Il re Ferdinando per mostrare gratitudine sia al Papa che lo aveva aiutato nella lunga guerra, sia al nipote Antonio per i tanti piaceri personali, diede in dote a quest’ultimo, nel 1464, il Ducato di Amalfi, la Contea di Celano, il Marchesato di Capestrano e di Deliceto, la Baronia di Balsorano, Spronosino, San Sebastiano, Secenaro e Santo Stefano. Le due ultime terre però furono confiscate da Tiberio del Pozzo a Nardo Luca Citarella e da Francesco Antonio Calmieri. Inoltre la Signoria di più di 50 località ed ancora, Gran Giustiziere di Napoli nel 1458, Patrizio di Siena, Patrizio Napoletano del Sedile di Nido nel 1480, Governatore di Castel Sant’Angelo (1458-1464) e Governatore degli Abruzzi nel 1480.
Partecipa alla battaglia di Campomorto; catturato, viene condotto a Velletri e poi a Roma dove sarà liberato dietro riscatto l’anno dopo. Uomo d’arme molto prode, capitano valoroso.

   
 

"Antonio Tedeschini Piccolomini D'Aragona" (pittore senese del '500)

 

VICINO ORSINI (Pierfrancesco Orsini) (†feb.1504). Del ramo dei Mugnano. Marchese della Penna. Figlio di Pierangelo, padre di Troilo. Al servizio dei napoletani. Viene sconfitto a fatto prigioniero da Roberto Malatesta nella battaglia di Campomorto: nel combattimento si segnala per il suo valore. Di singolare fama nell’esercizio delle armi. Sempre in contesa con i pontefici perché impone gabelle e pedaggi non autorizzati; commette ogni sorta di angherie per chi passa per i suoi possedimenti con l’intenzione di rifornire Roma.

   
 

"Vicino Orsini" (medaglia)

 

ANGELO DI MONFORTE (Angelo di Campobasso) (†1496 ca.) Conte di Campobasso, Signore di Condé, Campodipietra, Campomarino, Gambatesa, Monacilioni, Fragneto di Monforte, Montorio nei Frentani. Figlio di Cola, fratello di Giovanni. Viene sconfitto e fatto prigioniero nella battaglia di Campomorto, dove ha modo di distinguersi per il suo valore. Gli è dato l’incarico, con Girolamo Orsini, di togliere ai pontifici il passo alla palude. Il successo gli arride inizialmente, ma il tempestivo intervento di Roberto Malatesta invalida presto gli sforzi del Monforte. Valoroso condottiero.

TURCHETTO DI LODI (†maggio 1509) È catturato nella battaglia di Campomorto. Condotto prigioniero a Velletri, viene liberato a Roma due anni dopo e assoldato dai veneziani.

ANDREA MATTEO ACQUAVIVA di Atri (1457 - †gennaio 1529). Duca di Atri, Conte di Conversano e di San Flaviano, Marchese di Bitonto, Duca di Teramo. Signore di Ripatransone, Eboli, Controguerra. Figlio di Giulio Antonio, fratello di Belisario, padre di Gian Francesco. Al soldo dei napoletani contrasta i pontifici; è sconfitto e catturato nella battaglia di Campomorto. Sempre con i napoletani nel 1483 è nominato luogotenente generale, ha l’incarico di difendere le coste pugliesi. Prode nelle armi ed eccellente nelle lettere. Uno dei più dotti uomini del regno. Uno dei maggiori feudatari del regno di Napoli, di grande esperienza nei fatti di guerra e di pace.

   
 

"Framm. rit. di pergamena" (Andrea Matteo Acquaviva d'Aragona)
Stemma: D'oro al leone azzurro inquartato con le armi d'Aragona.

 

TRAIANO CARACCIOLO (o Troiano) (†1487) Duca di Melfi. Nell’estate del 1482 il Duca di Melfi si scontra con Roberto Malatesta per ben due volte, la prima vicino al ponte di Marino dove perde 200 uomini (catturati e condotti a Marino) mentre lui riesce a fuggire, la seconda a San Pietro in Formis (Campomorto) dove, il 21 agosto dopo sei ore di combattimento, il Duca Alfonso di Calabria fugge su una galea mentre lui, Duca di Melfi ed altri condottieri sono fatti prigionieri. Ritroviamo il Caracciolo nel 1485, nell’ennesima congiura contro Ferdinando I d’Aragona, che causò al Duca di Melfi la confisca di tutti i feudi e, dopo una lunga prigionia nelle celle di Castelnuovo a Napoli, vi morì nel 1487. La storia dei Caracciolo del Sole sembra calmarsi, fino a quando il nipote Traiano II, figlio di Giovanni II, nel 1495 riuscì a rientrare in possesso dei feudi di Rapolla, Ripacandida, Candela ed Abriola.

GIACOMO CALDORA capitano di ventura, nel 1439 conquista la città di Pescara. Viene nominato feudatario di Bari e Bitonto da parte degli Angioini e dato che la città di Modugno parteggiava per gli Aragonesi, il Caldora la pose sotto assedio, ma non ebbe gran successo e si accontentò di devastare e depredare le compagne circostanti. Scontri e ritorsioni tra le città che parteggiavano per le due fazioni ebbero termine solo quando Alfonso d’Aragona riuscì ad appropriarsi del trono di Napoli nel 1442 con l’aiuto di Filippo Maria Visconti.
È lasciato insieme a Bernardo Salamina a guardia di Napoli con mille fanti e milleduecento cavalli dal re Alfonso quando partì per la Castiglia.
Combatte nella battaglia di Campomorto ma è sconfitto e catturato.


FRANCESCO DA MARANO di Vicenza. (†1510 ca.) Partecipa alla battaglia di Campomorto, dove è fatto prigioniero. Soldato di somma fedeltà e valore. Lo ritroviamo nel 1495 assoldato dai veneziani.

PIETRO SCHIAVO (Pietro Dalmatino) (†agosto 1495) di Spalato. Viene catturato nella battaglia di Campomorto.

FRANCESCO ZURLO capitano di Otranto. Il 28 luglio 1480 centocinquanta navi turche, con diciottomila uomini, sbarcarono sulla lunga spiaggia di Otranto. Fu intimata la resa, ma i capitani Francesco Zurlo e Antonio de’ Falconi rifiutarono. Per dodici giorni Otranto venne assediata, fino a quando l’11 agosto gli ottomani riuscirono ad entrare. Trucidarono tutti, presero le 813 persone scampate, che, per aver salva la vita, dovevano rinnegare la fede cristiana; venti di loro ottennero la libertà pagando trecento ducati a testa. Tutti gli altri furono massacrati. I Beati 800 martiri sono patroni delle Città di Otranto, di San Cassiano e di Surano (Giovanni Paolo II li ha beatificati, forse papa Ratzinger li farà santi).
Per commemorare l’eccidio d’Otranto il senese Matteo di Giovanni (1430 - 1495) dipinse "La strage degli innocenti" su commissione del Duca di Calabria, Alfonso d’Aragona. La vigorosa città di Otranto divenne macerie e detriti, ma la sua eroica resistenza aveva permesso all’esercito liberatore, formato da Aragonesi, dalle milizie papali e da quelle dei Medici, di evitare il disegno d’espansione turco. Dopo un anno di guerra, l’8 settembre 1481, giunse notizia della morte di Maometto II e i turchi si ritirarono. Ritroviamo Francesco Zurlo sconfitto e prigioniero a Campomorto, fu uno dei venti che riscattò la libertà dai turchi.


NICCOLÒ ALBANESE (†1515 ca.) Milita come uomo d’arme nell’esercito aragonese. Viene catturato nella battaglia di Campomorto.

PIETRO PAOLO DELL’AQUILA (†1485) Signore di Controguerra. È sconfitto e catturato nella battaglia di Campomorto. Sempre al servizio dei napoletani. Capitano forte di cuore e generoso di animo.

SACCAGNINO (Zaccagnino) (†1485 ca.) Agli ordini dei napoletani partecipa alla battaglia di Campomorto nella quale è fatto prigioniero.

... ed ancora:

Giacomo della Motella
Pazzaglia di Lombardia
Cola Angelo da Lavello
Rinaldo della Torre
Battista da Collalto
Battaglino da Milano
Luigi da Capua
Giorgino da Ferrara
Rosetto da Codogno
Gino Albanese
Ringhiero Lagaino
Gerardo d’Alemagna
Antonello Palello
Monguzzo
Giovanni Narla
Bernardino di Biano
Ferrante Siciliano
Almerico dall’Aquila
Barone Giglietto
Matteo Schiavo
Berto da Carpi
Antonello da Milano
Scalzina
Giacomo Ferro
Jasino
Simone da Mantova
Ferdinando di Vales
Cola Matteo da Nola
Paolo da Viano
Stefano da Lore
Todeschino da Capua
Morello da Forza
Il bolognese
Ottaviano di Corsamuta
Papa da Verucchio
Marino Zurlo
Giovanni Albanese
Giannino da Pavia
Zambone di Cosenza
Antonio Greco
Giacomo di Donno
Biagio da Ponente
Carlo da Zerlotta
Danese da Pavia
Raimondo Siciliano
Sperrito Palagano
Antonio Puso
Tommaso da Longhena
Antonio Celli
Francesco Zurlo
Tommaso Moresco
Sante da Viterbo
Borello Albanesetto
Piacentino
Pida Milano
Vincenzo d’Aversa
Cola d Rocca
Francesco da Brescia
Francesco Brescia
Giorgio Albanese
Nardo da Mino
Giovanni da Pesaro
Scaramuccia del Diavolo
Antonello da Gaivano
Lorenzo da Perugia
Antonio Peri
Piero Albanese
Giovan Pietro da Lodi
Antonello da Napoli
Giovanni del Castellano
Greco
Federico da Mantova
Natale da Crema
Mariotto Corso
Bortolo da Crema
Pietro da Vicenza
Piero Piccinino
Giovanni da Lodi
Bernardino Foresto
Giacomo di Calabria
Chiarletta Carafa
Castellano di Finale
Carello Caracciolo
Angelo Giuffone
Villano da Brescia
Giovanni da Sarno
Crescenzio da Loreno
Pallavicino
Antonio Malapigna
Lalto del Reame
Bastiano da Forlì
Angelino da Milano
Palamone da Cotignola
Giorgio di Smari
Giovanni della Cessa
Bardo di Lorzi
Farina
Matteo da Sant’Elpidio
Giovanni Pavone
Andrea da Terni
Todeschino di Gesualdo
Battaglino da Pisa
Rosso di Cresenza
Niccolò Petrucci
Giovanni del Reame
Giovanni della Motella



Scaramuccia di Montefiore
Luca di Ercole
Angelo d’Aversa
Francesco da Piacenza
Giovan Pietro da Brescia
Cristoforo Passi
Ercole Bernardino
Antonio da Loreto
Battista Foresto
Luca Patente
Giuliano da Nocera
Bartolomeo da Basalucio
Ponente di San Germano
Mariano d’Atessa
Matteo di Berselli
Mercadante
Antonio di Picinotte
Andrea da Capua
Albano Portuese
Giuchino del Tormante
Pietro Paolo Palagano
Todeschino di Terme
Angelino Malagrazia
Giovanni da San Severino
Oliviero Rinolfi
Bernardo d’Amalfi
Niccolò Potenzo
Alessandro dell’Isola
Giovanni Monti
Tartaglia
Coretto di Civitella
Pellegrino da Modena
Giovanni di Ferida
Lorenzo Darzi
Francesco da San Severino
Matteo di Tours
Luigi di Somma
Andrea da Castelleone
Leonardo Angelo
Girolamo di Fossombrone
Martino da Pavia
Vittorio Calabrese
Santo di Leonessa
Lancillotto da Napoli
Antonello da Bologna
Giovanni da Taranto
Cola di Puglia
Giacomo di Atessa
Pazzaglia di Sola
Angelo della Serra
Benedetto del Guasto
Bartolomeo da Bologna
Michele da Brescia
Giovanni d’Ascoli
Giovan Piero da Cosenza
Giuliano da Firenze
Filippo di Zanaldo
Gattuzzo da Sulmona
Fusello da Carretto
Modestino da Forcella
Orso di Troia
Giovanni Francesco da
         Perugia
Polidoro da Bagnoretto
Francesco da Silvano
Michele da Bassano
Tommaso Malagrani
Moguzzo dell’Aquila
Giovanni da Chieti
Giacomo da Termine
Marco dalla Costa
Francesco da Lupiano
Giovanni da Salerno
Giacomazzo del Reame
Francesco da Barletta
Pantaguso dalla Posta
Tommaso Moreschi
Giovanni della Vada
Giacomazzo da Capua
Domenico da Bologna
Bernardo da Montereale
Simone d’Orchi
Bartolomeo da Piacenza
Orlando da Castro
Bernardino da Chieti
Alvise da Napoli
Parmigiano
Fistucchetto
Bernardino da Capua
Angelo da Pianello
Giordano di Navarra
Domenico di San Giorgio
Antonio da Bera
Giannino da Lodi
Antonio da Guignano
Tommaso di Brigo
Antonio da Casale
Mariano Franchino
         d’Aversa
Marco da Bergamo
Giovanni da Bergamo
Pietro da Milano
Collela Albanese
Nardo Angelo del Reame
Marcuccio Salerno
Francesco Malfatti



Girolamo da Magnano
Antonello da Orciano
Tristano da Forlì
Giorgio da Carrara
Giovanni d’Aversa
Visbala
Antonio da Capua
Battista da Bologna
Antonello da Prato
Francesco di Montorio
Cimbarone da Murgone
Giovanni Battista da
         Manfredonia
Giacomo da Michino
Patrizio da Monticelli
Piano da Mozzanica
Alfonso da Chieti
Trannino
Antonio da Milano
Pasino da Brescia
Antonello di Colli
Braccio di Colli
Liberato d’Arcioli
Mistro di Giacorto
Giulio da Tardo
Giovanni Castagna
Francesco da Ragusa
Rotondo d’Aversa
Giovanni da Poverzello
Checco da Corcoionello
Bonebello Bonebelli
Giovanni Bernardino
         da Alano
Colella di Simonetto
Pasquale del Reame
Giovanni Francesco
Francesco d’Abruzzo
Giacomo Felace
Bevilacqua da Fano
Angelo da Cortona
Giovanni Ambrosio
Renato di Montella
Marticello
Bonifacio da Sassoli
Serafino da Parma
Giovanni da Milano
Giovanni Angelo Capello
Sasso da Prato
Paolo Bobe
Domenico Albanese
Piero da Bologna
Giovanni Ambrogio di
S. Giovanni
Francesco di Novara
Fioravante da Verona
Giovanni da Roma
Giacomo da Milano
Ranieri Galante
Alberto da Carpi
Giorgio da Bologna
Andrea da Corsa
Giacomo da Reggio
Niccolò da Cremona
Giovanni da Brescia
Galeotto Calderone
Giovanni Calabrese
Filippo da Ostiano
Gabriele Corso
Giovanni Piccolo
Rosso da Forlì
Cattabriga
Corsetto
Tedeschetto
Bernardino da Cosenza
Domenico da Faenza
Piero Giacomo
Chirello da Chirchincello
Matteo di Val di Lamone
Galeazzo da Trivulzio
Balnino da San Severino
Andrea di Giannello
Bernardino Galante
Colantonio Brancaccio
Raimondo Caracciolo
Paolo Griffone
Ranieri di Lagny
Andrea della Struzzula
Benedetto del Reame
Bartolomeo Capobianco
Agostino Fontana
Silvestro da Verona
Stefano dalla Rocca
Tommaso da Longara
Domenico di Monopoli
Paolo da Campobasso
Domenico da Monte
         S. Angelo
Antonio da Capua
Oliviero Scalamacchia
Carlo da Ferrara
Menicone
Unguellino Contraguerra
Angelino d’Ascoli
Bartolomeo da Cremona
Giovanni da Benevento
Angelo del Reame


 

NOTA:



Si ha la fortuna di avere i nomi dei prigionieri perché i racconti del tempo li affidarono alla storia, era buona norma registrare gli eventi per poter chiedere in seguito il riscatto alle rispettive famiglie.


Bibliografia

Moreno Montagna - “Passione Nostrana” poema cavalleresco
                                           (stampato nel giorno bisestile del 2008)

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