Lamina volsca

 

Il Patrocinio e le Santarelle


 
 

« 'O 26 d'Agosto »

Il 26 agosto 1806 un violento terremoto scosse per 28 secondi la nostra città.
Immediato fu il ricorso alla gloriosa intercessione della Madonna delle Grazie non ci furono vittime solo qualche danno alle cose. Dopo un’ora si ripete la scossa di intensità minore e meno spaventosa.
La popolazione si riversò tutta nella Cappella della Madonna; si decise scrive un gesuita di fare un triduo e una processione che riuscì tanto devota.
Oltre a parteciparvi il clero, la magistratura, la nobiltà e le milizie cittadine, vi prese parte anche un buon numero di soldati francesi, che qui stanziavano i quali procedettero così composti che eccitarono a lacrime di tenerezza.
Il nobile veliterno Nicola Cesaretti ebbe l’idea di realizzare una nuova macchina per portare in processione la Sacra Immagine, raccolse dal popolo 1.700 scudi. La macchina è quella che ancora è in uso.
Il Consiglio Comunale decise di dare uno speciale attestato di gratitudine verso la Madonna per lo scampato pericolo. Se ne trova lo scritto nella seduta consiliare che trattò l'argomento l’11 settembre dello stesso anno quando venne indetto un vero e proprio referendum popolare tramite i parroci, per conoscere la volontà della popolazione, che la Vergine venisse dichiarata protettrice e Patrona di Velletri e si facesse voto di digiunare in perpetum il giorno precedente la festa.
La risposta fu un si plebiscitario che Pio VII confermò con il suo scritto del 3 Gennaio 1807. Il consiglio comunale istituì la Festa del Patrocinio della Madonna delle Grazie ogni anno il 26 agosto.
La prima edizione nell’agosto del 1807 fu solennissima, vi prese parte anche il neo cardinale di Velletri Leonardo Antonelli che, a S. Martino attese la Madonna portata processionalmente per la città, da qui accompagnò la Regina di Velletri fino in Cattedrale.
Per la prima volta la processione arrivò fino al monastero di Santa Chiara e poi incontrandosi con la Madonna del Buon Consiglio a Porta Romana.
Negli anni precedenti faceva il giro breve, intorno alla Parrocchia di S. Clemente fino alla Chiesa della Trinità.

 

Messa benedicente da Porta Napolitana per la campagna veliterna

 

Gregorio XVI e le Santarelle

Nel 1839 Gregorio XVI torna nuovamente a Velletri, in quel periodo grazie all’Arciprete del Rev.mo Capitolo, Luigi Landi Vittori, il Santuario della Madonna delle Grazie era stato riportato agli antichi splendori nel 1837, quale forma di ringraziamento per lo scampato pericolo.
Venne rifatto l’altare sostituendo l’antico in legno con quello che oggi vediamo, vennero rifatti anche gli altarini laterali dove si lasciò un posto vuoto.
L’arciprete chiese al Papa i corpi di due Sante Vergini e Martiri delle catacombe romane per essere collocate a gloria della Vergine sotto i detti altari dedicati a S. Giuseppe e a S. Nicola.
Papa Gregorio annuì benignamente, e per una sollecita realizzazione venne interposta la persona autorevole di Mons. Alessandro Macioti veliterno che in quel tempo dimorava a Roma ricoprendo l’alto uffizio di Sotto Datario di S.R.C e che poi fu Arcivescovo di Colossi e Nunzio in Svizzera.

 

254ºP. Gregorio XVI (6-2-1831 / 1-6-1846)

 

Le piccole martiri arrivano a Velletri

Papa Gregorio XVI aveva ordinato fin dai primi tempi del suo pontificato l’esecuzione di scavi nelle catacombe di Roma affidandoli a valenti architetti. Lavori del genere furono eseguiti nel 1834 nel cimitero di Callisto in Via Appia ed altri in quello di Priscilla sulla Salaria. Furono in questa occasione scoperti numerosi corpi di martiri che dopo la ricognizione canonica furono messi sotto la vigile custodia dei Sacri Palazzi Apostolici. Mons. Macioti quindi nel 1839 chiese al Sagrista dei Palazzi secondo il beneplacito papale e l’approvazione del Card. Pacca i corpi di due fanciulle martiri rinvenuti di recente per essere collocati nella Cattedrale veliterna. Mons. Castellani si affrettò ad esaudire il desiderio dell’insigne prelato e prese dal Cimitero di Priscilla il corpo di una fanciulla ritrovato il 10 Gennaio 1839 con l’ampolla del sangue di anni sei e mesi otto e di nome Annia Prima, mentre dal Cimitero di Callisto prese Gerontide di anni nove.
Mons. Macioti scrisse immediatamente a Mons. Landi Vittori la seguente lettera:

                Gentilissimo Sig. Arciprete                 Roma 29 Luglio 1839

Non ho dimenticato le premure che Ella mi fece di avere due corpi di Sante Martiri per collocarli sotto i piccoli Altari delle due Cappellette che sono nella Cappella della Madonna delle Grazie.
Ne ho fatto a tempo debito la domanda, ed ho avuto in dono i corpi di S. Annia di proprio nome con l’ampolla e lapide di marmo portante questa iscrizione

ANNIA.PRIMA.
QVE VXIT.ANNIS SEX.
MENSES.VIII.
DEPOSITIO.
V.ID.IVLIAS:

e di S. Gerontide egualmente con ampolla e lapide di marmo portante l’iscrizione

GERONTIDE

con sotto una colomba che porta un piccolo ramoscello in bocca.
Sono queste due martiri di tenera età, poiché tanto l’una che l’altra hanno vissuto sette anni circa: ma per due piccoli altari mi sembrano adatte.
Io pertanto intendo farne dono alla Basilica cui ho appartenuto, ed attendo un suo cenno perché conoscer possa a chi debbo consegnarli; seppure Ella non vorrà farli vestire qui in Roma, ciò che a mio credere sarebbe miglior partito.
Mi raccomandi al Signore e mi creda sempre
aff.mo obbl.mo Servo ed Amico
Alessandro Macioti

S. Annia Prima

 

S. Gerontide


Mons. Luigi Landi Vittori ai primi di agosto del 1839 si recò a Roma per rilevare i Sacri Depositi sigillati dal Sacrista Apostolico, furono portati a Velletri in incognito la sera del 12 agosto 1839. In casa dell’Arciprete si fecero le debite ricognizioni.
Un documento scritto in lingua latina da D. Salvatore Pasqualini cerimoniere pontificio riferisce che all’arrivo delle reliquie era presente il Vescovo Suffraganeo Mons. Franci che fece aprire alla presenza di quattro testimoni e del citato D. Pasqualini le due cassette per la ricognizione canonica. Verificato che tutto era conforme a quanto dichiarato nel testimoniale di Mons. Castellani fece richiudere e sigillare di nuovo, rinviando al giorno seguente la ricognizione scientifica alla presenza di un medico.

La ricognizione

Il 13 agosto 1839 nella Casa Arcipretale furono riaperte di nuovo le cassette per consentire al Prof. Domenico ... medico chirurgo di compiere la ricognizione canonica della quale alla presenza dell’Arciprete Landi Vittori e del Cerimoniere Pasquali fu stesa la seguente relazione:

A di 13 Agosto 1839

Descrizione del Corpo di Santa Gerontide V. M fatta dall’Ecc.mo Signor Dottor Domenico Chirurgo Primario in presenza del Rev.mo Sig. Arciprete D. Luigi Landi Vittori e del cerimoniere infrascritto:

1.   n.72 pezzi formanti il Cranio con vari frammenti
2.   Mascella inferiore con tutti i denti, perché sei molari e quattro incisivi.
Tale mascella però trovasi mancante dell’apofisi condiloide del lato sinistro.
Nella mascella superiore tre denti incisivi il quarto dimezzato egualmente che un molare. Le ossa componenti questa superiore mascella sono in più frantumi.
3.   n.57 pezzi spettanti alle vertebre cervicali, dorsali e lombari, con vari altri
frantumi.
4.   n.6 pezzi componenti l’osso dello sterno.
5.   n.74 pezzi appartenenti alle costole in un misto con altri frantumi.
6.   Due clavicole, una perché intera e l’altra in più pezzi.
7.   Due scapole in più pezzi.
8.   Due omeri e radio ed ulna degli avambracci in più frantumi.
9.   Due femori, il destro ridotto in più pezzi, il sinistro con la sola epifisi distaccata.
10.   Due rotelle.
11.   Due tibie coi loro condili frantumati.
12.   n.8 frammenti spettanti alle ossa del bacino o pelvi.
13.   n.18 frantumi spettanti ad ossa spugnose ed epifisi, con altri vari pezzi.
14.   n.14 pezzi appartenenti alle mani e piedi con altri tritumi.

Quali ossa tutte di una fanciulla appena decenne, riconosconsi aver subita l’azione del fuoco in tutte le parti. Inoltre un’ampolla in vari pezzi, uniti ad un piccolo masso di calcina

Una volta riposte nella cassetta le reliquie della piccola Gerontide venne fatta la ricognizione sul corpo di Santa Annia eccone la descrizione:

Descrizione del corpo di S. Annia Prima fatta successivamente dal medesimo Professore:

1.  n.72 pezzi appartenenti alle ossa componenti il cranio, violentemente fracassato, con altri tritumi. L’osso parietale e temporale del sinistro lato intero, e vedesi ancora gran parte del parietale destro, e porzione dell’osso occipitale.
2.   n.8 frantumi appartenenti alle ossa della faccia.
3. Due pezzi dell’inferiore mascella con l’apofisi condoloide in frantumi, scorgendosi tre denti molari, un canino e tre incisivi.
4.  Numero nove denti, quattro perché molari, con altri molari dimezzati, due canini, ed uno incisivo dimezzato.
5.   Due clavicole.
6.   Due scapole, la sinistra mancante delle cavità glenoide.
7.   Tre ossa appartenenti allo sterno.
8.   n.16 vertebre ed altri 22 frammenti spettanti alle vertebre.
9.   n.47 pezzi ossei spettanti alle costole, con altri tritumi.
11.   n.6 pezzi spettanti al pube e all’ischio.
12.  Due femori, essendo un più pezzi il sinistro ed ambedue coll’epifisi distaccate.
13.  Due rotelle.
14.  Due tibie e due fibule coll’epifisi distaccate.
15.  n.17 frantumi appartenenti alle inferiori estremità ossia i tarsi.
16.  n.33 pezzi spettanti alle falangi ed ai metacarpi.
17.  n.14 frammenti di ossa spugnose.

Un’ampolla in più pezzi uniti ad un masso di calcina. Quali ossa sono state riposte nella medesima cassetta colla quale vennero da Roma e poi suggellate.

Questo inventario si perché fatto nella Residenza del R.mo Signor Arciprete dove esistevano le cassette dei corpi delle suddette Sante.

Salvatore Pasqualini Sacerdote

Certifico io sottoscritto Chirurgo di avere riconosciute e divise le su descritte ossa spettanti ai nominati due corpi.

Domenico .... ch.rgo

Osso di Annia lasciato visibile

 

Un osso di Gerontide visibile


La composizione

I simulacri dove ancora oggi sono conservate le reliquie delle due piccole martiri furono fatti realizzare dalla famiglia Borgia che li espose nella propria Cappella nel Palazzo di Velletri in attesa che vi venissero collocate le reliquie. Il 29 Aprile 1840 secondo una relazione conservata nell’Archivio Capitolare. La prima ad essere composta fu Annia Prima secondo quanto segue:

1. Nella testa: Un tubo con la maggior parte del cranio.
2. Nel collo: Un involtino sigillato con la mandibola inferiore e denti.
3. Sotto il busto a destra: Un involtino con parte del cranio tutto in un pezzo.
4. Nel petto: Un tubo con scapole ileo, ischio, e pube in sei pezzi e le vertebre.
5. Quattro tubi di vetro: due nelle braccia, due nelle cosce: con tutte le ossa delle tibie, femori, rotule, omeri, falangi, metacarpi: divise nelli detti quattro tubi rispettivamente sigillati tutti con cera lacca e stoffa rossa di seta, con coperchi di ottone.

Quali tubi tutti sono stati inseriti e cuciti nel corpo (artificiale) preparato per S. Annia Prima nobilmente vestito dall’Ill.ma Sig.a Contessa Adelaide Quasinson Borgia ed Almena Borgia Cumbo sua figlia.

Il giorno seguente 30 Aprile 1840 perché stata composta S. Gerontide come segue:

1. Nella testa: Un tubo con il cranio nella massima parte.
2. Nel petto: Un tubo con le costole, clavicole, ileo, frantumi di epifisi, vertebre e pezzi dello sterno, e pezzi delle scapole, la mandibola inferiore coi denti e porzione del cranio.
3. Nel braccio destro: Un tubo con omero ed osso dell’avambraccio.
4. Nel braccio sinistro: Un tubo con parte dell’omero ed ossa dell’avambraccio.
5. Nella coscia destra: Un tubo con il femore, tibia, apell e rotule.
6. Nella coscia sinistra: Un tubo con l’altro femore, tibia e apell.

Quali tutti sono stati inseriti nel corpo (artificiale) preparato per S. Gerontide V.M. nobilmente vestito dalle Signore Borgia

Si preparala Solenne traslazione in Cattedrale

Dopo la sistemazione delle reliquie nei due simulacri di cera, si pensava come esporle solennemente alla venerazione. Il Capitolo predispose per il 31 Maggio Domenica a chiusura del mese di Maggio del 1840 una solenne processione per le strade cittadine per condurre i corpi in Cattedrale dove rimasero esposti per otto giorni sull’Altare Maggiore. L’arciprete chiese la necessaria autorizzazione al Cardinal Vescovo Pacca che non venne negata. Gregorio XVI concesse addirittura l’indulgenza plenaria. Mons. Landi Vittori nonostante fosse malato di gotta lavorò incessantemente affinché tutto riuscisse alla perfezione.

Da una memoria autentica del D. Salvatore Pasqualini leggiamo:

30 Maggio 1840

1. Il giorno innanzi alla festa, perché il 30 Maggio, si osserverà dai fedeli il digiuno liturgico, e nel medesimo giorno saranno suonate a festa, a mezzo giorno e all’Ave Maria, tutte le campane delle Chiese della città.
2. Indetto giorno al pomeriggio saranno trasportati in forma privata i Corpi delle due Sante dal Palazzo Borgia alla Chiesa pubblica delle Carmelitane di Santa Teresa per la dovuta ultima ricognizione canonica.
3. Conforme ai regolamenti rituali, i Canonici della Cattedrale, la sera dello stesso giorno, si recheranno nella detta Chiesa delle Carmelitane, ed ivi vestiti gli indumenti capitolari, assisteranno alla verifica delle urne contenenti i corpi delle Sante fatta dal Vescovo Suff., con atto del Cancelliere di Curia e al giuramento del Professore Chirurgo, che ha eseguita l’enumerazione delle ossa: e, dopo il canto dell’antifona Filiae Ierusalem si celebreranno dal Capitolo messe alle dette urne i Vesperi solenni de Communi SS. Virginum et Martirum.
4. Dopo gli anzidetti Vesperi, i Corpi delle Sante Martiri rimarranno esposti alla pubblica venerazione dei fedeli e durante l’intera notte successiva si faranno le sacre veglie da parte delle Religiose Carmelitane.

 

S. Annia Prima

 
 

S. Gerontide

 

La processione

Il 31 Maggio 1840 alle ore 17 dalla Basilica Cattedrale di S. Clemente si mosse il sacro corteo diretto alla Chiesa del Gesù per rilevare le due piccole martiri.
Eccone la descrizione fatta in un piccolo manoscritto dell’Archivio Capitolare:
Tra il festivo suono delle Campane e lo sparo dei mortaretti, precedevano le Confraternite cittadine, in un completo stragrande numero di soci, disposte secondo il grado di precedenza

2. quella della Morte
3. quella della SS.ma Trinità
4. quella di Sant’Antonio di Padova
5. quella della Pietà
6. quella delle Stimmate
7. quella del Gonfalone

tutte in divoto portamento e cantando salmi. Seguivano due nobili fanciulle vestite alla foggia delle SS. Martiri, e due nobili fanciulli vestiti in seta rossa recanti le une e gli altri corone di rose su guantiere d’argento. Teneva loro dietro il distinto Collegio dei Padri Dottrinari col magnifico Labaro dal monogramma Costantiniano. Seguivano gravi e devoti gli ordini religiosi:

1. Cappuccini
2. Carmelitani
3. Conventuali
4. Somaschi
5. Minori Conventuali

Venivano poi le bande musicali della città, e quindi il Clero secolare con il Corpo dei Parroci, e con la Schola Cantorum in veste talare e cotta cantando inni, musicati per la circostanza dall’esimio Maestro Tuschi.

Poi dietro l’ombrellone Basilicale e la Croce Capitolare incedevano solennemente i Chierici del Ven. Seminario, i beneficiati e Canonici della Cattedrale in sacri paramenti rossi e da ultimo il Vescovo Suffraganeo, pontificalmente vestito in mezzo ai Ministri, Diacono e Suddiacono. Tutti i componenti il Clero senza eccezione alcuna recavano in mano ceri accesi e cantavano inni e cantici rituali.

Giunta la processione nella Chiesa del Gesù, si fa sosta. Il Vescovo ed il Clero entrano in Chiesa; e, fatta breve orazione e incensati i sacri corpi nelle loro urne, collocate su di un letto magnifico, coperto di ricchissimo drappo damascato rosso, quattro beneficiati in dalmatica rossa prendono sulle spalle il prezioso sarcofago, mentre quattro dignità del Capitolo, in piviale rosso, sorreggono ai quattro angoli i lembi di damasco e tutti si accodano al corteo processionale, che prosegue il giro della città conforme al giro della processione del Corpus Domini, tra gli osanna incessanti dell’immenso popolo devoto e commosso fino alle lagrime.
Sono attorno alle Santarelle, fanciulle della 1 comunione che con dei mazzi di fiori in mano, cantano inni alle loro antiche sorelle S. Annia e S. Gerontide, come sanno cantare gli angeli terreni dell’innocenza cristiana. Giunti in Cattedrale i due corpi furono esposti sull’altare maggiore ove rimasero fino al 7 Giugno 1840 quando dopo il Te Deum di ringraziamento furono collocate nella Cappella Santuario della Madonna delle Grazie.

 

Processione del 1º Centenario della loro presenza a Velletri

 

In occasione del primo centenario della loro presenza a Velletri furono portate per la prima volta in processione accanto alla Madonna delle Grazie è ipotizzabile che da quel primo sabato di maggio del 1940 si fosse presa la consuetudine di portarle ogni anno santo e ogni occasione centenaria legata al culto della Madonna.

1940: Processione per il primo centenario della loro presenza a Velletri.
1982: Processione per il terzo centenario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie.
1983: Processione per la chiusura del terzo centenario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie e per l’anno santo straordinario della redenzione.
2000: Processione in occasione del grande giubileo.
2006: Processione straordinaria per il bicentenario del patrocinio della Madonna delle Grazie.
2007: Processione per il 325 anniversario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie.
2012: Processione per il 330 anniversario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie.
2015: Processione dell'anno giubilare.

 

Sig.ra Palma Valeria in Argenti

 

I vestiti indossati tutt'ora dalle "Santarelle" vennero nuovamente e nobilmente rinnovati dalla ricamatrice e sarta Sig.ra Valeria agli inizi degli anni '70.



Bibliografia

Spunti:  Attestato consiliare dell’11 settembre 1806

Spunti:  Da un piccolo manoscritto del 1840 dell’Archivio Capitolare

Foto   :  dell' “Università del Carnevale”

Foto   :  Moreno Montagna