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Aurelio Mariani pittore di Velletri (1863 - 1939) |
Aurelio Mariani - Velletri (1863 - 1939)
Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Roma, dotato di straordinaria abilità compositiva e di felice senso del colore, acquistò in breve tempo considerazione nell'ambiente artistico romano. Fedele alla lezione dei maestri del passato le sue opere si rifanno al Dolci, al Veronese e soprattutto al Tiepolo.
Trattò sia la miniatura che il ritratto, sia il paesaggio che il soggetto sacro e con tutte le tecniche dall'olio all'acquerello, dal pastello alla tempera sino all'affresco, le sue opere sono presenti nelle nostre chiese, in molte città italiane ed alcune estere, restaurò inoltre gli affrescati che ornavano la Sala del Consiglio del palazzo comunale.
GRADISCA DI SEDEGLIANO
Cortina e via Crucis
La cortina di Gradisca di Sedegliano circonda il complesso sacro della chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano Protomartire, la quale è impreziosita all'interno dall'affresco con il martirio del santo eseguito da Gian Carlo Bevilacqua (1839), e all'esterno dal portale laterale destro del 1515, firmato da Giovanni Antonio Pilacorte, ed un'incantevole via Crucis, inaugurata nel 1748 e ridipinta nel 1925 da Aurelio Mariani.
Costruita nell'alto Medioevo, la cortina, la meglio conservata di tutto il Friuli, è una doppia ellissi di terra che serviva a difendere Croce e masserizie dalle orde barbare (gli Ungari), dagli infedeli (i Turchi) e dai feudatari locali in battaglia. Oggi restano solo le tracce concentriche dei fossati, ma nell'età in cui il Friuli fu stato patriarcale (1077-1420) vanno immaginate fortificate da terrapieni, mura di cinta e porte a torre sbarrate contro gli invasori.
Un luogo, dunque, che continua a raccontarci una storia piena di stendardi al vento e orde turchesche, nonostante la sua successiva trasformazione in monte sacro, con la creazione delle quindici edicole a raggiera, tappe di una suggestiva via Crucis, inaugurate nel 1748 e ridipinte nel 1925 con gusto neosettecentesco da Aurelio Mariani. Un percorso sacro che trova in realtà le proprie radici in una tradizione antica: si inserisce infatti nel filone dei Calvaires francesi e dei Sacri Monti di Lombardia e Piemonte nati alla fine del '400, quando alcuni frati dell'Ordine dei Minori di San Francesco, non potendo raggiungere la Terra Santa, allora in mano ai Turchi, ricostruirono "in casa" una serie di itinerari sacri fedeli al Vangelo.
Gradisca di Sedegliano - Chiesa di Santo Stefano Protomartire
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Il rapporto di Gradisca con il pittore veliterno Aurelio Mariani - (A cura di Franco Gover)
Nel cospicuo patrimonio artistico che arricchisce le chiese e il contesto di Gradisca di Sedegliano, emerge in tutto il suo significato simbiotico tra fede ed arte l'opera di Aurelio Mariani pittore di Velletri (1863 - 1939), personaggio affatto trascurabile nella panoramica figurativa italiana del tempo. E così, per strane coincidenze, bene illustrate da don Plinio Donati (2004, pp. 161-164, 209-212), su commessa del parroco Gozzi, grazie all'amicizia del sacerdote gradischese Mons. Stefanini, parroco a Casarsa, già nel 1903 Mariani prepara i bozzetti progettuali per la volta del presbiterio, raffiguranti: "i quattro Evangelisti", nella crociera raccordata al brano dell'"Incoronazione della Vergine", affreschi andati distrutti nell'incendio del 1971 (quest'ultimo nel 1998, è stato sostituito da un pregevole dipinto del Fantini). L'artista veliterno tra il 1905 e il 1908 dipinge sei teleri per la Parrocchiale. Superstiti al citato incendio, nel coro abbiamo: "La cena di Emmaus" (nella foto sotto) e "L'incontro tra Abramo e Melchisedek", dai palesi moduli accademici nella reinterpretazione di moduli classici, ma validi per il valore filologico. Nelle pareti della navata abbiamo quattro scene stefanee: "S. Pietro che ordina diacono Stefano", "S. Stefano che distribuisce le offerte", "S. Stefano aggredito davanti al Sinedrio" e "Il rinvenimento della tomba del martire", che rivelano maggiormente la precipua stilistica del linguaggio figurativo di Mariani, evidenziando il debito formativo nei confronti di forme e di maestri del passato.
In queste scene apprezziamo l'invenzione impaginativa, arricchita e suggellata da figure specifiche, scenografie architettoniche e di paesaggio, innumerevoli dettagli di vita e di costume ben contestualizzati storicamente (tutti elementi calcolati nella strategia narrativa), che tuttavia non scendono al melodramma, ma, di contro danno maggiore incisività al singolo brano pittorico. Ma il rapporto di Aurelio Mariani con Gradisca non si esaurisce con questo importante corpus; nel 1925, l'artista veliterno sarà chiamato a ridipingere le Stazioni della Via Crucis del complesso monumentale che circonda con andamento ellittico la Parrocchiale, nel perimetro dell'antica cortina.
Nelle quindici edicole o "statuis" della Via Crucis e dell'Addolorata (un unicum del suo genere per il nostro territorio). In questi affreschi, opere della maturità, appare un linguaggio più sereno e pacato: "E' probabile che il maestro si sia ispirato a tipologie e schemi già esistenti nelle nicchie dei più antichi capitelli, tanto è sorprendente l'adesione a soluzioni neo-settecentesche …" scrive Magani (depliant restauri 2000-2001), ed evidenzia come "il linguaggio formale di Mariani rientri dunque nel solco della tradizione, ed è per questo diretto", assecondandone la fruizione devozionale popolare. "Evidentemente - osserva Donati (citazione p. 211) - non si devono ricercare in questi lavori specifici elementi di originalità o invenzioni, essendo il tema vincolante e anche parecchio sfruttato, ma l'artista si preoccupa ugualmente di lasciare una sua "firma" in certi dettagli e particolari …".
Si documentano altre opere del pittore laziale in terra friulana ad Artegna e a Magnano in Riviera, sempre di soggetto sacro. Si deve al citato G.M. Stefanini, la presenza di Aurelio Mariani a Casarsa della Delizia nel 1929, chiamato a decorare il presbiterio e l'abside della sua arcipretale. Riguarderà il catino con una trionfante, aulica "Esaltazione della Croce" (omaggio al Titolo della chiesa), e i pennacchi con "Le Virtù Cardinali", figure allegoriche prese in prestito da capolavori vaticani.
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La cena di Emmaus (1905) |
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CASARSA DELLA DELIZIA (PN) Chiesa di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario
La chiesa parrocchiale di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario, costruita tra il 1877 e il 1880 e consacrata nel 1899 è sita in piazza Cavour. I due caratteristici campanili, che i casarsesi chiamano "zimui" ("gemelli"), rimandano a soluzioni di architettura esterna sull'esempio della romana Trinità dei Monti. Si segnalano all'interno le opere di Jacopo d'Andrea di Rauscedo, gli affreschi di Umberto Martina e di Tiburzio Donadon, le statue dei Santi Pietro e Paolo nell'altare maggiore di Francesco Zugolo. Da segnalare, infine, gli affreschi dell'abside, che studi recenti hanno attribuito al pittore Aurelio Mariani. Nel 1929, quarantesimo anniversario della consacrazione della chiesa, mons. Stefanini affidò all'artista di Velletri la realizzazione di una "Esaltazione della Croce" nel catini dell'abside, con le "Quattro Virtù Cardinali" ad abbellire la volta del presbiterio.
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CASARSA - Chiesa di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario |
SORA (FR) Cattedrale Maria Ss.ma Assunta
Trittico ligneo (foto sotto) di noce intagliato, a colonnine tortili che scandiscono tre nicchie che le accolgono: nella centrale è dipinta l'Assunta, nelle laterali S. Pietro e Paolo.
Il dipinto, del 1933, è opera di Aurelio Mariani, pittore veliterno, mentre la ricca cornice è di artigiani locali su disegno dell'architetto Saltelli.
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Trittico - Maria Assunta con ai lati S. Pietro e S. Paolo (1933) |
Quadro di Aurelio Mariani del 1906
Il Fondatore Giovanni Battista DE LA SALLE (+7 aprile 1719), benedice
i due Fratelli Drolin, Gabriele e Gerardo, che invia a Roma, dove dimorerà solo il primo (1702). Gesto di
fedeltà al Papa e prima espansione dell'Istituto fuori della Francia.
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Giovanni Battista De La Salle benedicente
(Casa Generalizia Lasalliani - Sala Giovanni Paolo II - Roma)
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ARTEGNA (UD)
Chiesa di Santa Maria Nascente
La Chiesa di Santa Maria Nascente si trova nel comune di Artegna, in provincia di Udine. Costruita tra il 1824 e il 1829 su progetto di Pietro Schiavi. Fu consacrata nel 1854 ed è stata riassettata dopo il terremoto del 1976 e riconsacrata.
All'interno della chiesa di Santa Maria Nascente, nel soffitto, si trovano affreschi del pittore Sebastiano Santi (1835) raffiguranti l'Incoronazione della Vergine, Nascita della Vergine e figure di Sante e Santi. Le pareti del presbiterio furono dipinte dal 1888 al 1892 da Leonardo Rigo con soggetti come l'ingresso di Gesù a Gerusalemme e la Smentita di Giuliano l'Apostata.
Nel 1930 il pittore Aurelio Mariani completò la decorazione del coro, raffigurando nel soffitto Evangelisti e nella parete di fondo Gesù che appare a Santa Margherita e i Santi Giovanni Evangelista e Caterina.
In un altare laterale un dipinto ottocentesco raffigurante S. Domenico opera di Luigi Pleti.
Sopra l'altare un grande Crocifisso in legno del secolo XVII, probabilmente della scuola di Giovanni Martini.
ARTEGNA - Chiesa di Santa Maria Nascente
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Santa Cristina di Aurelio Mariani (1928 c.) |
Velletri - Sala Consliare affreschi dei fratelli Federico e Taddeo Zuccari
(o della loro scuola) restaurati da Aurelio Mariani nel 1925 |
ALCUNE ALTRE OPERE DEL NOSTRO AURELIO MARIANI
VELLETRI
Cattedrale di San Clemente: Cappella del Sacro Cuore
Chiesa di San Salvatore: Martirio di Sant'Eurosia
Ospedale Civile: Gesù guarisce un cieco (?)
ROCCA MASSIMA
Chiesa di S. Michele Arcangelo: Affresco con l’Immacolata
VALVISCIOLO
Museo Diocesano: San Benedetto dipinto su tela (1900)
Museo Diocesano: Ritratto dell’abate Stanislao e dell'abate White (1902)
MAGNANO IN RIVIERA
La Chiesa parrocchiale del capoluogo è andata distrutta: era stata costruita nel 1897 su progetto steso dal gemonese Girolamo D'Aronco nel 1863 e poi in parte modificata da un impresario locale. Era stata affrescata e decorata nel 1928 dal pittore di Velletri Aurelio Mariani, e, nelle cappelle laterali, da Leonardo Elia di Gemona nel 1933. La nuova parrocchiale è stata costruita su progetto di Giovanni Mauro e Gianfranco Di Lazzaro.
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