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Facendo un salto indietro nel tempo fino a quando la nostra regione faceva parte dello Stato Pontificio nel 1774, scoviamo nell'Archivio di Stato di Roma fra i documenti della Congregazione del Buon Governo, un breve carteggio che riguarda Lariano e la sua popolazione, all'epoca formata di poche centinaia di coloni, che si sostentavano con le loro famiglie, lavorando la terra e allevando qualche animale domestico.
Il primo, è un'istanza, redatta dai Conservatori della Comunità di Velletri ed indirizzata ai componenti la Congregazione del Buon Governo, alla cui competenza era devoluta ogni decisione di spesa dopo la morte del Cardinale Guidobono Cavalchini Vescovo Governatore della Città, avvenuta il 7 marzo 1744 (Clemente X aveva deciso, già a febbraio la giurisdizione a favore della Congregazione del Buon Governo). L'esecuzione della sentenza era stata però sospesa, considerando i meriti del vecchio Cardinal Guidobono Cavalchini. Alla sua morte però la Congregazione del Buon Governo pretese di esercitare le sue prerogative, tanto che né il Cardinal Decano Gian Francesco Albani, né il Cardinale Enrico Benedetto Duca di York, sotto Decano, vollero accettare la cattedra di Ostia e Velletri, privata della giurisdizione temporale.
Quando fu scritta la lettera che segue il Cardinale Guidobono Cavalchini era quindi morto da soli tre giorni e ancora non si conosceva il suo successore. Venne poi rinominato alla fine di marzo del 1774 il Cardinale Fabrizio Serbelloni e bisogna aggiungere che dopo poco più di un anno, il nuovo papa Pio VI, con un breve in data 18 novembre 1775, annullò la precedente sentenza restituendo al Cardinale Decano, Vescovo di Velletri, la piena giurisdizione sulla Città.
Velletri 10 Marzo 1774
Li Coloni e Lavoratori della Tenuta del Lariano spettanti alla Comunità di Velletri ossequiosamente Le representano, che per mancanza della necessaria Chiesa Rurale in una si vasta tenuta di numerose vigne, selvareccio, pascoli, e seminati di grano, granoturco, e legumi, i poveri coloni contadini, e lavoratori in tempo di pioggie, nevi, giacci, ed altre intemperie restano, se non tutti, almeno buona parte senza udire la Santa Messa nei giorni Festivi, come è cosa pubblica, è notoria attesa la lontananza di quattro e cinque miglia dalla città, ed in molti la mancanza delli vestimenti, e scarpe, che per il viaggio sono troppo necessari; l'esempio delle altre tenute molto meno grandi, ed anche più vicine ai paesi potrebbe servire di stimolo alla detta Communità Padrona. In esse da per tutto vi sono le Chiese Rurali ove si celebra la Santa Messa nei giorni Festivi per commodo di quelli pochi lavoratori e custodì di bestiami, che per lo contrario nella vasta tenuta del Lariano oltre questi, vi sono tanti poveri vignajuoli con numerosa famiglia ivi sempre dimoranti, e tutti vendono buona entrata annua a detta Communità.
La seconda lettera è del mese successivo e rafforza il contenuto della prima. E' scritta dal vice governatore, Angiolo Paganucci, ed inviata al Cardinale Fabrizio Serbelloni, che era stato eletto, alla fine di Marzo del 1774, come già detto sopra, Vescovo e Governatore della Città. Da quanto si legge il Cardinale aveva inviato al vice governatore la prima lettera pregandolo di dare il suo parere e di riferire in merito, cosa che questi si affrettò a fare. Notiamo infatti il breve periodo di tempo intercorso tra l'una e l'altra missiva.
Velletri 25 Aprile 1774
Emminentissimo Reverendissimo Sig.re Padrone Colendissimo
Sussiste che una buona parte delle sue entrate la percepisce questa communità dalla tenuta del Lariano ad essa spettante, e sussiste ancora, che le persone tutte, le quali dimorano in essa tenuta o per motivo della custodia del bestiame, che si fa pascolare in quelle macchie, o per caggione della cultura delle moltissime vigne, che vi sono non hanno certamente modo di potere ivi ascoltare la S. Messa nei giorni festivi per la totale mancanza di Chiesa, che ne presti il commodo, onde non và dubio, che spesse volte occorrerà, che molte di quelle non soddisfino al Precetto della Chiesa nei suddetti giorni, o sia per qualche cattivo tempo, o per la distanza di quattro miglia circa, che passa fra la succennata tenuta, e questa città. Sarebbe pertanto desiderabile è vero, che nella tenuta medesima vi fosse una Chiesola da potervi celebrare la Messa in detti giorni di Festa, acciò tutta quella povera gente avesse il comodo di ascoltarla, e parrebbe, che rimaner dovesse a peso di questa communità giacché come padrona della suddetta tenuta ritrae da essa un considerabile fruttato colle fatiche di quelli che la coltivano, oltre di che verrebbe con ciò a provedersi al maggior Culto d'Iddio, ed alla coscienza di quelle anime; ma altresì necessario sarebbe a mio debol credere, che si pensasse a fissare un stabil mezzo, per cui avesse a conseguirsi la continuata celebrazione della Messa nei giorni tutti di Festa in detta Chiesa. Osservo che i coloni supplicanti si esibiscono di far ciò seguire a proprie spese con una volontaria loro contribuzione, mà potrebbe anche succedere, che la pietà de medesimi, o di parte di essi si raffreddasse col tempo, e vi fosse poi inutilmente la Chiesa senza la Messa. Converrebbe anche pensare alla provvista delli Sagri Arredi necessari al Sagrificio, ed alla manutenzione di essi, e finalmente al sito preciso, ove avesse a fabbricarsi la predetta Chiesola, perché l'accesso alla medesima riuscisse commodo alla maggior parte di quei, che devono intervenirvi. Ciò quanto posso ossequiosamente riferire all 'E. V sul memoriale benignamente rimessomi, quale ritornando compie grato faccio all'Eminenza profondissima riverenza.
Di V.E. Angiolo Paganucci.
In basso vi è una annotazione, probabilmente del Cardinale, che dà seguito alla pratica chiedendo l'invio di un visitatore che si rechi sul posto, per riferire in merito.
Dopo l'annotazione viene riporto il giudizio del visitatore, che non sappiamo chi sia ma che indubbiamente era stato incaricato dal Cardinal Serbelloni di dare corso alla istanza, recandosi di persona sul posto. Il parere è favorevole e la pratica viene inoltrata per le ulteriori decisioni.
Non vi sono documenti successivi a questi ma possiamo, ritengo, riferire questo carteggio alla piccola chiesetta che venne edificata nel 1785 sul colle Mastrangeli o Cupellone.
Ci vollero quindi ben undici anni prima che questa chiesetta venisse costruita e, in ogni caso, fin quando, molti anni dopo, non entrò in funzione la Chiesa parrocchiale, rappresentò l'unico edificio dedicato al culto nella tenuta del Lariano. Probabilmente un sacerdote di Velletri si recava la Domenica e le altre feste comandate a celebrare la Messa, evitando così agli abitanti del luogo il lungo tragitto fino alla città.
Quindi quando il 26 agosto 1806 il terremoto distrusse sia il Convento che la chiesa di Santa Maria Intemerata di Velletri i frati abbandonarono tutto e l’immagine della Madonna fu trasferita nella Chiesuola della Tenuta di Lariano che dal suo nome prese il titolo.
V. Ciccotti
Antica Chiesetta del Buon Consiglio
da un disegno di Aldo Cupellaro |
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Immagine della
Madonna del Buon Consiglio |
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