"CHI  TOCCA  CORA  TOCCA  VELLETRI"
(•)

 
 


L'origine di questo antico adagio, che ha anche sapore di monito, potrebbe essere il titolo del famoso trattato di mutuo soccorso tra le due città in caso di pericolo.
Ma questo trattato esiste?
Negli Statuti Veliterni, tradotti dal latino da Mons. Gabrielli, ci sono precisi riferimenti a questa antica amicizia come pure negli Statuti di Cora, ma documenti diretti niente.
Forse per questo tutti i nostri maggiori storici lo sfiorano, l'accennano e tirano via.


    1644
«...Li Corani assieme con li Popoli di Pometia, benché Colonie de' Romani, s'unirono con gl'Aurunci, e perciò li Romani, essendo Consoli Agrippa Menenio, e Publio Postumio fecero guerra contro detti Aurunci, e al fine si ridusse a Pometia con vittoria de Romani. Di questo Agrippa Menenio, e per la stessa speditione si fabricò, e chiamò il Ponte Menenio, hoggi detto Ponte Menello nella via Appia, dove il Tenente Francesco Cinelli ha una delitiosa villa...».
Da che parte stessero i Veliterni non lo precisa, anche si premura di informarci dove aveva una graziosa villa il Tenente Cinelli. Ma qui siamo nel 500 A.C. circa.
Già nel 1644 nel "Teatro Historico di Velletri, insigne Città dei Volsci" a pag. 33, Fra Bonaventura Theuli ci dice quanto sopra riportato.

    1713

«...I medesimi Popoli Corani dell'anno 1372 furono assolti per grazia speciale da Papa Gregorio VI per aver delito e abbrugiato Castro di Colle Medio... si legge l'istessa memoria in carta bergamena, che si conserva nel Convento de Padri Agostiniani, dove ancora ritrovasi un compromesso fatto fra la Communità di Core, e i Padri di S. Paolo in Albano, à quali l'istessa Città si obliga pagare una somma considerevole per danni fatti dalle Soldatesche Corane, che si portarono in ajuto de Veliterni contro gli Albanesi sotto l'anno 1377.
Non vi è pur mancato chi abbi asserito, che nel nostro Archivio Corano si conservasse una scrittura antichissima parimente in carta bergamena, in cui era registrata la maledizzione data da S. Pietro a Popoli di Core, a cagion, ch'infestavano, e molestavano i cittadini Veliterni come testificano Bonaventura Tevoli, e l'Abbate Piazza.
Sembrarebbe per altro inverosimile quando ciò non fusse accaduto ne i primi secoli della primitiva Chiesa; poiché per quanto si ha memoria sono state ambendue le Città sempre collegate, dal che n'insorse il proverbio del volgo sparso per tutta l'Italia: "Chi tocca Cora, tocca Velletri", e ciò si deduce ancora sì dall'esperienze, come dagl'attestati delli Statuti, Corano, e Veliterno, dove sono registrati scambievoli i capitoli...»
Antonio Ricchi, storico corano, nella sua "Reggia dei Volsci" del 1713 a pag. 383 ci dice quanto sopra.

     

    Cori - Panorama 1960

     

    1723
«...Di questo la prima memoria che abbiamo è circa l'anno 1207 riferita da Stefano Baluzzi che lo tolse dal Codice 635 della Biblioteca Colbertina...» e prosegue «....Da questo documento ben si vede che frà i Velletrani, i Coresi, e Sermonetani da una parte, e quei di Sezze di Ninfa, e Sanguineo Castellano d'Acqua Puzza, luogo posto fra Sermoneta e Sezze, dall'altra era stata lunga guerra di dissenzione con grave danno, tra rapine, e incendi, dall'una e dall'altra parte, e massimamente tra quei di Velletri e di Ninfa, tra i quali aveva già prima il nostro Vescovo Ugolino trattata, e conclusa pace e sen'eran fatti pubblici Istromenti per mano di Oddone, e d'Alberico Giudici di Velletri, e doppo ciò aveano quelli di Ninfa data sodisfazione a i Velletrani sopra molti capi; ma nulladimeno apparecchiavasi di nuovo fra questi Popoli la guerra, essendosi l'una l'altra Parte cò suoi Vicini, ed Amici collegata, e già eran molti atti ostili precorsi...» Insomma i Velletrani pur avendo avuta sodisfazzione su molti capi...non erano rimasti per niente sodisfatti pur avendo controfirmato pubblici Istromenti!
Nel 1723, nella "Storia della Chiesa e Città di Velletri", Alessandro Borgia, a pag. 258 cita questo pezzo in latino.

    1851

«...Ne' primi giorni di luglio 1526 si seppe che i Colonnesi ne' loro feudi ammassavano genti di arme. Sospettandosi da' Veliterni, che il movimento ostile potesse rivolgersi contro di loro, e volendo provvedere alla salute pubblica, spedirono oratori a Roma a chiedere i necessari soccorsi per la guerra che si prevedeva imminente. Spedirono a Camillo Caetani signore di Sermoneta, pregandolo ad essere unito alla comune difesa. Ricercossi ancora ajuto, ed assistenza dal popolo della città di Cori secondo le leggi dell'antica confederazione...»
Il Canonico Tommaso Bauco, "Storia della Città di Velletri" del 1851, 1° vol. a pag. 169 scriveva il sopra riportato.

Cori - Scorci 1950




(•) Chi tocca Cora tocca Velletri, come riporta testualmente Antonio Ricchi nella sua "Reggia dei Volsci" del 1713 a pag. 384.
(•) (Chi insidia Cori deve vedersela anche con Velletri e viceversa)